mercoledì 22 febbraio 2012

Se ci fossero gli Stati Uniti di Vespuccia

Cominciano oggi a New York e poi a Firenze i solenni festeggiamenti per il cinquecentesimo anniversario del­la morte di Amerigo Vespucci

 
Cominciano oggi a New York e poi a Firenze i solenni festeggiamenti per il cinquecentesimo anniversario della morte di Amerigo Vespucci. In particolare si inaugura oggi a New York una mostra «Amerigo’s America - Firenze e i mercanti del Nuovo Mondo».
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E io mi pongo sin da quando ero bambino una terribile domanda: ma come sarebbe stato il mondo se avessero dato all’America non il nome ma il cognome del navigatore fiorentino?
Pensate, gli Stati Uniti di Vespuccia. Sarebbe mai diventata una superpotenza mondiale, avrebbe mai conquistato la terra e la luna e colonizzato i costumi del pianeta un Paese dedicato al diminutivo di un insetto? A chi avrebbero fatto paura i vespuccini, come avrebbero potuto imporre al mondo il vespuccian way of life? I vespuccini non avrebbero sofferto di gigantismo, come invece gli americani, e nemmeno di obesità; ma di nanismo, anzi di più, di insettismo e sarebbero passati inosservati o al più considerati molesti.
La loro bandiera sarebbe a strisce gialle su fondo nero, perché come spiegano le enciclopedie «i vespidi hanno strisce gialle su corpo bruno» (da cui Bruno Vespa). Il loro ronzio non avrebbe avuto risonanza mondiale, sarebbe bastato un buon insetticida per tenerli lontani dall’Europa; e i pellerossa sarebbero ancora i signori della loro terra. Nei dizionari non starebbero alle prime pagine come impone il loro sontuoso nome America; ma relegati in fondo, tra Vespasiano,l’imperatore dei gabinetti, e la Vispa Teresa, cacciatrice di farfalle. Ah, che può combinare un nome... 

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