Gli islandesi che nel 2009 tempestarono di sassate il loro parlamento chiedendo ai loro capi ed ai banchieri di render conto del crollo economico-finanziario del loro Paese stanno raccogliendo i frutti della loro rabbia.
A partire dalla fine del 2008 le banche islandesi hanno rimesso debiti per un importo pari al 13% del Prodotto Interno Lordo, liberando dal peso dei debiti più di un quarto della popolazione
Icelandic Financial Services Association.
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