di Andrea Guerra, Il Giorno del 16 febbraio 2012
Si è conclusa, almeno per il momento, con un esposto la telenovela dell’ordine del giorno «antifascista» votato dal parlamentino cittadino di Cinisello Balsamo. E sebbene la vicenda tocchi poco la vita dei cinisellesi, ecco che l’episodio non è altro che l’ultimo di una lunga serie di fatti che portano in evidenza come la maggioranza del consiglio comunale possa cedere da un momento all’altro. O quanto meno vacillare, cosa che ha già fatto in diverse occasioni. Poca compattezza, voti e appoggi negati; e così il centrosinistra cinisellese scricchiola a due anni dalle elezioni.
L’ultima goccia che ha fatto traboccare l’ultimo vaso, la vicenda di Vox Populi: l’associazione di estrema destra che aveva ottenuto uno spazio in Villa Ghirlanda per un convegno sulla crisi economica aveva accesso la miccia della rivolta del mondo della sinistra. Dalla bagarre in strada e in piazza, la discussione si era poi spostata sui banchi del consiglio: Rifondazione Comunista aveva chiesto di votare un ordine del giorno che, in pratica, ribadisse i valori antifascisti dell’amministrazione.
Discussione che si sarebbe trascinata con diversi malumori, da una parte e dall’altra dell’aula: nella maggioranza fa notizia l’astensione del consigliere di SEL.
A colmare il vaso anche la decisione del presidente del consiglio, Giuseppe Sacco, di non accettare l’esito del voto, per un presunto errore formale relativo al numero legale dei consiglieri presenti. Ecco allora l’ira del consigliere Aldo Tediosi di Rifondazione ha chiesto al prefetto di reintegrare la votazione e quindi l’odg. [leggi COMUNICATO STAMPA e RICORSO AL PREFETTO].
Forma? No, sostanza, perché il fatto arriva sulla scia di una serie di avvenimenti che hanno fatto accendere non pochi campanelli di allarme nella maggioranza cinisellese.
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