Amianto
Eternit
una sentenza
storica
Condannati
a sedici anni di carcere il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone
Louis De Cartier De Marchienne: disastro doloso e rimozione di cautele. Con
questa sentenza si crea uno squarcio nel muro di omertà e complicità che finora
istituzioni, governi e politici complici degli assassini avevano eretto.
I giudici hanno
ritenuto i due imputati colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni
degli stabilimenti di Cavagnolo (in provincia di Torino) e Casale Monferrato (in
provincia di Alessandria). Per quanto riguarda gli stabilimenti di Rubiera (in
provincia di Reggio Emilia) e Bagnoli (in provincia di Napoli) i magistrati
hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto. Il
tribunale piemontese ha deciso anche risarcimenti milionari a
favore delle parti civili: al Comune di Casale Monferrato andranno 25 milioni di
euro, alla Regione Piemonte 20 milioni, all’Inail 15 milioni e al comune di
Cavagnolo 4 milioni.
Alle centinaia di
familiari è stato, invece, riconosciuto un risarcimento medio di 30-35 mila euro
a testa.
Con questa
sentenza si riconosce che l’amianto ha ucciso prima gli operai e poi
-disperdendosi nell’aria, nelle falde acquifere, nel territorio - ha ucciso
anche i cittadini.
La nascita di
centinaia di Comitati e Associazioni che da anni si battono contro la
monetizzazione della salute e della vita umana, affermando che non hanno prezzo,
e anni di lotte hanno contribuito a cambiare la mentalità e l’opinione di molti
sulla pericolosità e cancerogeneità dell’amianto.
La lotta contro un
sistema sociale che considera normale che mille lavoratori muoiano per infortuni
sul lavoro e altre migliaia per malattie professionali, che ritiene normale che
migliaia di cittadini muoiano per sostanze cancerogene ha prodotto la
consapevolezza che solo autoorgarnizzandosi è possibile
difendersi.
In questo
processo, come nel processo Thyssenkrupp, la differenza l’ha fatta la presenza e
la partecipazione dei lavoratori, dei famigliari delle vittime e dei cittadini a
tutte le udienze che non hanno delegato a giudici e avvocati, ma sono stati
sempre presenti facendo pesare la loro presenza e la loro determinazione ad
ottenere giustizia a giudici e avvocati.
Questa volta, per
quanto come sempre tardiva, un briciolo di giustizia c’è stata. Ma non possiamo
dimenticare i lutti provocati da padroni assassini che in nome del profitto
hanno sacrificato tante vite umane.
L’amianto, come
l’indifferenza, continua ogni giorno ad uccidere. Il picco dei morti è previsto
in continua crescita fino al 2020.
In questa giornata
storica il nostro pensiero e il nostro ricordo va a tutti i lavoratori morti sul
lavoro e per il lavoro, alle vittime dello sfruttamento e a tutti i cittadini
uccisi dalla sete di profitto.
Comitato per la
Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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