martedì 7 febbraio 2012

Chi non stupra in compagnia

Per incentivare i giovani a mettersi in cooperativa, la corte di cassazio­ne ha eliminato l’obbligo del carcere per lo stupro di gruppo

Per incentivare i giovani a mettersi in cooperativa, la corte di cassazione ha eliminato l’obbligo del carcere per lo stupro di gruppo: se stupri da solo vai in galera, ma se sei in comitiva, si capisce lo spirito goliardico, l’esigenza di socializzare, di fare squadra e scampi il carcere immediato.
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Neanche tre anni fa la Cassazione aveva stabilito il contrario: in uno stupro anche se fai il palo sei colpevole.
Io mi chiedo che messaggi stiamo inviando ai ragazzi, che modelli stiamo loro indicando. Se sei in ritardo all’università meglio rinunciare agli studi che passare per sfigato, dice il viceministro Michel Martone; se si fosse chiamato Michele anziché Michel enon fosse nato a Nizza ma a Nocera Inferiore, non lo avrebbe detto. Se ami la stabilità sei monotono, dice il premier Monti che è uno dei massimi esperti della materia ( non di lavoro ma di monotonia).
Per carità, so che molto è colpa delle semplificazioni mediatiche: la Cassazione voleva essere garantista sul carcere preventivo, il viceministro voleva elogiare la selezione e il merito, il premier voleva difendere l'intraprendenza nel lavoro rispetto al posto fisso. Ma si sa che i messaggi arrivano semplificati, estesi e subliminali.
Così un ragazzo come tanti che si ferma ai titoli delle notizie, deduce che stuprare in gruppo si può, intestardirsi per laurearsi è da sfigati, e tutto ciò che è fisso, dal lavoro alla moglie, è monotono.
Morale: viviamo alla giornata, molliamo laurea e famiglia, posti fissi e lavori fessi; e chi non stupra in compagnia è un ladro o una spia.

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