Alain Escoffier.
Parigi
10.02.1977 - Nacque a Lione il 25 ottobre del 1949 e fin da
giovane si avvicinò alle idee anticomuniste iscrivendosi al “Parti des Forces
Nouvelles”, partito politico di estrema destra francese. Alain Escoffier decise
di immolarsi nel fuoco seguendo l’esempio del gesto estremo di Jan Palach
durante la Primavera di Praga nel 1968 in segno di disperazione e amarezza per
l’invasione sovietica nella Capitale Cecoslovacca. Lavorava come impiegato di
banca e marito di una rifugiata della Germania dell’Est che, a causa del Muro di
Berlino e della Cortina di ferro, ormai da anni non poteva vedere. Il motivo
della sua protesta, coraggiosa e nobile, risiedeva nella sete di libertà e nel
conseguente rifiuto del materialismo sovietico che opprimeva l’Europa dell’Est,
nonché nella volontà di attirare l'attenzione sulle atrocità del comunismo e
sulla divisione dell'Europa in due blocchi. Il 10 Febbraio del 1977, in
occasione del trentesimo anniversario dei Trattati di Parigi, all’età di
ventisette anni, Alain Escoffier, si diede fuoco, con una tanica di benzina,
sugli Champs – Élysées davanti alla sede dell’Aeroflot, la linea aerea
sovietica, e si fece avvolgere dalle fiamme al grido di “Comunisti assassini”.
Quel gesto servì a far capire il grado di esasperazione e di rassegnazione delle
persone che subirono la sfera di influenza sovietica e sulle terribili
conseguenze e le notevoli rinunce che il Regime Comunista aveva imposto
all’Europa, almeno fino alla Perestrojka quando lo stesso Premier, Mikhail
Gorbačëv, si accorse che i dettami marxisti – leninisti non erano altro che idee
utopistiche. Alcuni anni dopo, il gruppo di musica alternativa di destra, la
“Compagnia dell’Anello, dedicò una canzone al martire francese, divenuto simbolo
di libertà e anticomunismo.
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