giovedì 2 giugno 2011

Adesso anche l'Europa decide di tassarci

di Gian Micalessin

Dopo comuni, regioni e Stato, anche Bruxelles si prepara a esigere gabelle. L’idea è del commissario al Bilancio, che vuole introdurre entro il 2014 nuove imposte su viaggi aerei, transazioni finanziarie e attività inquinanti per finanziare l’Ue

Attenzione forse non l’avete mai sentito nominare, ma vi dovete preoccupare. Eh sì perché Janusz Lewandowski - sconosciuto, ma diligente commissario europeo per il bilancio - giura di aver pronto un progettino che permetterà all’Unione Europea di mettervi le mani in tasca. Non avete letto male, è proprio così. Dopo comuni, regioni e stato anche Bruxelles si prepara ad esigere imposte dirette. L’idea partorita lo scorso ottobre ed esposta in un Comunicato sulla Revisione del Budget, prevede la creazione di tasse europee entro il 2014.
Molti scommettevano che un progetto talmente impopolare dovesse far la muffa negli archivi di Bruxelles. Invece il tignoso Lewandowski, un 60enne economista polacco cresciuto alla corte di Walesa e Solidarnosc, è pronto a farlo ingoiare anche a chi, come Londra, giura di volerlo combattere con tutte le forze. «Nei miei progetti c'è un bilancio europeo alimentato solo per due terzi dai contributi degli stati membri e per un terzo da risorse proprie» - spiega Lewandowski al quotidiano inglese The Daily Telegraph. Il problema sta, come sempre, nei termini. Quelle che il visionario economista chiama «risorse» non sono denari generati da attività produttive o investimenti, ma semplicemente nuove salate gabelle che i consumatori e gli imprenditori dei 27 paesi membri verseranno direttamente a Bruxelles.
Da bravo programmatore Lewandowski ha già studiato come coprire il 33 per cento di un bilancio di spesa che il prossimo anno toccherà i 134 miliardi. E sforerà presto il tetto dei 150 miliardi di euro. Per raggranellare 40/50 miliardi all’anno il commissario ipotizza di far pagare più cari i biglietti aerei, tassare le transazioni finanziare e scucire ricche percentuali a chiunque osi intraprendere attività inquinanti. Insomma grazie a Lewandowski pagheremo di più i viaggi di lavoro e vacanze, verseremo una percentuale maggiore per ogni euro guadagnato in borsa e vedremo aumentare il prezzo della benzina. Come tutti gli inferni fiscali anche il programma del commissario è ovviamente lastricato di buone intenzioni. «Se l’Unione europea potesse disporre di entrate proprie sarebbe più facile ridurre i trasferimenti dai bilanci dai vari stati membri...e da quanto ho sentito - sostiene il commissario - varie capitali importanti come Berlino sarebbero felici di veder ridotta la loro fetta di contributi».
A dargli retta, insomma, quel 33 per cento incassato direttamente da Bruxelles dovrebbe consentire ai vari governi di ridurre in proporzione la tassazione necessaria a pagare il costo d'adesione alla Ue. Per chi come noi italiani paga, assieme a tedeschi ed inglesi, uno dei più salati biglietti di partecipazione ad Eurolandia l’introduzione delle imposte europee potrebbe sembrare, insomma, una sorta di panacea. Ma ve lo vedete un Tremonti - o qualsiasi suo omologo - riconoscere ai contribuenti il risparmio sui soldi girati a Bruxelles? Con i conti di un'Europa costretta a far fronte alla crisi economica e a ripianare le voragini di Irlanda, Grecia e Portogallo, quei risparmi resterebbero semplici voci di bilancio. E i cittadini, invece di veder alleggerito il loro fardello fiscale dovrebbero scucire altri soldi. Il tutto mentre l’Europa continua a far allegramente lievitare una spesa già fuori controllo. Secondo alcune stime nel 2040 Bruxelles brucerà 2,2 miliardi di euro all’anno solo per le pensioni degli euroburocrati oggi al lavoro nei suoi uffici. E se il futuro è salato il presente non è proprio oculato. Quest’anno il parlamento di Bruxelles riconoscerà ai propri deputati rimborsi spese per 76 milioni. Ovviamente senza pretendere manco mezza nota spese.
E per non farli annoiare a Bruxelles pagherà come sempre 172 milioni per trasferirli una volta al mese nella sede di Strasburgo. Ma continuerà anche a finanziare l’indispensabile EuroparlTV, l’emittente dedicata ai lavori parlamentari capace di generare un’audience di 830 spettatori al giorno al costo di 9 milioni di euro all’anno. Spese indispensabili per cui pagar nuove tasse sarà un’autentica gioia

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