sabato 11 giugno 2011

Immigrati: i cinesi più «stranieri» degli altri, ma a tornare a casa non ci pensano

di Alberto Giannoni

Famiglia, amici, litigi e desideri: chi sono e cosa
pensano i giovani delle diverse etnie che
vivono a Milano e in Lombardia: i dati
dell'Osservatorio regionale per l'Integrazione e
la multietnicità: i più chiusi nella loro comunità
sono anche quelli che non vogliono andar via


Chi sono i giovani immigrati che abitano a Milano? Cosa pensano? Come si vedono e come vedono la loro famiglia? Sulla base dei dati di indagine 2010 dell'Osservatorio regionale per l'Integrazione e la Multietnicità (Orim), ora si può ipotizzare un identikit dei giovani immigrati e un quadro del loro grado di integrazione. Al centro dello studio degli stranieri tra i15 e i 25 anni (non coniugati né conviventi e senza figli) che vivono in Lombardia.
Limitando l'analisi ai principali sei gruppi nazionali (due per continente, con l'eccezione di ecuadoriani e peruviani che sono considerati assieme per motivi di consistenza campionaria), la frequentazione di amici prevalentemente connazionali è massima tra i cinesi (nel 69% dei casi) e tra gli indiani (nel 48%), mentre per gli altri collettivi si oscilla fra il 37% dei rumeni e il 22% degli egiziani. Questi ultimi frequentano soprattutto italiani nel 27% dei casi, mentre all'estremo opposto troviamo i cinesi con il 5%. Gli albanesi sono invece il collettivo con la maggiore quota di frequentazioni equilibrate tra italiani e stranieri (51%), seguiti dai latinoamericani (48%).
Per ciò che concerne i motivi di attrito coi genitori, il gruppo latinoamericano presente le maggiori quote di segnalazioni rispetto al rendimento scolastico (37%), mentre cinesi (14%), indiani (20%) ed egiziani (24%) le minori. L'abbigliamento è terreno di discussione soprattutto per gli albanesi (nel 24% dei casi) e meno per gli indiani (8%). Le amicizie sono motivo di scontro con la famiglia prevalentemente per i latinoamericani (11%), così come le relazioni sentimentali (13%) e gli orari di rientro a casa (41%); mentre a litigare di più per il denaro sono i giovani albanesi (26%) e quelli ecuadoriani e peruviani (25%). In generale, in oltre il 42% dei casi i giovani cinesi non hanno mai avuto discussioni coi propri genitori, mentre tale quota scende al 34% fra gli indiani e al di sotto del 24% fra tutti gli altri gruppi nazionali, in ultimo gli albanesi (15%).
Inoltre, un quinto degli egiziani presenti in regione si sente italiano, contro il 2% fra i cinesi. La doppia appartenenza è invece rivendicata dal 33% degli albanesi e dal 15% dei cinesi. In futuro solamente metà dei giovani stranieri vorrebbe continuare a vivere in Italia. I più convinti sono i cinesi (59%): il dato si spiega verosimilmente grazie all'ottimo inserimento dei ragazzi all'interno della propria comunità. Al contrario i meno convinti, invece, sono i latinoamericani (41%). Infine, più di tutti sono gli indiani a lamentarsi di avere, nonostante maggiori sforzi, minori chance lavorative rispetto ai coetanei italiani (nel 45% dei casi); meno rumeni (15%) e albanesi (19%).

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