Un fallimento incredibile dai costi spropositati. Quattordici bracciali entrati in funzione al modico prezzo di 81 milioni di euro.
Perché l’ideona del governo (in America funziona alla grande) è rimasta sempre sulla carta, come riporta Il Fatto
I bracciali elettroonici per tenere sotto controllo i detenuti ai domicilidari entrati davvero in funzione dal 2001 sono solo 14 nell’arco di 10 anni. In media fanno 5,7 milioni a pezzo, una spesa da gioielleria di gran lusso.L’anno scorso il contratto con Telecom arriva a scadenza. E il governo che fa? Tira le somme e decide di chiudere una volta per tutte un esperimento quantomeno fallimentare, oltre che molto oneroso per la casse dello Stato. Macché. Il nuovo ministro degli Interni Annamaria Cancellieri, appena entrata in carica, si affretta a rinnovare la convenzione con Telecom. Un contratto di sette anni, questa volta, dal 2012 al 2018.
Quale è il problema tecnico dei braccialeti? Serve soltanto a segnalare la presenza del detenuto nel luogo prestabilito: in casa, se è ai domiciliari, oppure in ospedale, se è ricoverato, ma se esce di casa indossando il braccialetto, il dispositivo segnala che s’è allontanato e non può localizzarlo. A meno che il bracciale non sia dotato di sistema Gps
I braccialetti con sistema gps – sul totale dei 2000 pezzi previsti dalla nuova convenzione – sono soltanto 200. Dei 400 dispositivi previsti, invece, dalla passata convenzione, il numero di apparecchi dotati di Gps era pari a zero.
Dei geni assoluti….
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