La partita di serie B Livorno-Verona è al centro dell’attenzione mediatica  purtroppo non per lo spettacolo sportivo. In campo è successo qualcosa che va oltre lo sport e il tifo. Dalla curva veronese intonano contro Morosini, il calciatore del Livorno morto in campo la scorsa stagione, sono il simbolo dell’inciviltà. Dal Presidente dell’Hellas, al capitano del Livorno, al sindaco Tosi, al Presidente Abete, tutti hanno condannato giustamente questi cori, altro non si poteva fare. Come sempre capita una manciata (una ventina in questo caso) di idioti rovinano quanto di bello c’è nel calcio. Il tifo.
Ovviamente la Digos, subito al lavoro, pare abbia già indiviuto i responsabili di questa vergogna, che mi auguro paghino, ma paghino davvero.
Quello che però non scandalizza nessuno riguarda altri cori avvenuti nella stessa partita, ma dalla curva opposta, quella del Livorno.
Poco prima dell’inizio della partita i tifosi labronici, la cui curva è notoriamente su posizioni di estrema sinistra, iniziano ad intonare cori inneggianti le foibe, con un evidente sfregio alla memoria delle vittime e delle persona che ancora oggi le piangono.
Questi cori non sono abbastanza incivili, non meritano squalifiche, prese di posizione indignate da parte di allenatori, giocatori e federazione?
Forse no, dal momento che nessuno dalla tv ai quotidiani ne ha fatto menzione.
I tifosi del Livorno possono esporre in curva uno striscione che inneggia a Tito e nessuno si scandalizza, ma d’altra parte viviamo nel Paese il cui l’allora Presidente Pertini si inchinò e baciò la bara del dittatore per rendergli omaggio al suo funerale.
Lo stesso Paese che ancora oggi fa distinguo tra i morti, ma la verità non s’infoiba.
Allora lo faremo noi, chiederemo formalmente alla Figc di prendere provvedimenti nei confronti della curva del Livorno, nel rispetto delle vittime delle Foibe e dei loro famigliari.