«La recente scelta in materia di risarcimento del danno da calamità naturali operata dal governo non può e non deve significare uno stop ai risarcimenti per il terremoto in Emilia», avverte Adolfo Urso. L’ex viceministro per il Commercio Estero, ora presidente di FareItalia, del quale fa parte anche l’ex ministro Andrea Ronchi, chiede ai partiti il grande sacrificio: «Si deve tenere adeguato conto che questo evento drammatico è intervenuto molto prima che chiunque potesse adeguarsi al nuovo corso con un’opportuna assicurazione privata», dice. Il terremoto, infatti, è avvenuto dopo l’approvazione delle norme che sollevano lo Stato dalle sue responsabilità risarcitorie, ma prima che venisse scritto il regolamento che renderà obbligatoria l’assicurazione privata sugli immobili.
«Per intervenire rapidamente sul problema e dare un primo segnale concreto di solidarietà nazionale, come Fareitalia proponiamo al governo e al parlamento di assegnare l’intero ammontare della prossima tranche del rimborso elettorale, circa 180 milioni di euro, al sollievo dai gravissimi danni materiali subiti delle popolazioni colpite», aggiunge. Un gesto tecnicamente fattibile perché, sottolinea l’ex viceministro, «proprio in questi giorni in Parlamento stiamo lavorando contemporaneamente sia alla riforma dei partiti che a quella della Protezione civile». Difficile, però, che Pd, Pdl, Udc decidano di accontentare Urso e il buonsenso: si sono sempre opposti a qualunque ipotesi di cancellazione dei rimborsi.
Potrebbe decidere di destinare i fondi ai terremotati, autonomamente, la Lega Nord. «Incassare la quota dei rimborsi elettorali per devolverla ai territori padani piegati dal sisma è un’ottima idea», conferma Gianluca Pini, segretario della Lega Romagna. «È un’idea partita dalla base, dai nostri militanti, e la stiamo prendendo seriamente in considerazione», conferma.
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