mercoledì 20 luglio 2011

Come risparmiare 1,5 miliardi bastano due righe e un minuto

Il Parlamento approvi una legge che dimezzi deputati e senatori,poi tagli a vitalizi e indennità:altro che tempi lunghi

Come risparmiare 1,5 mld Bastano 2 righe e 1 minuto
Libero-news.it
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asta un minuto, uno solo per iniziare a tagliare i costi della politica. E invece ieri sono iniziate le pompose e lunghe liturgie davanti agli uffici di presidenza della Camera e del Senato per vedere dove sforbiciare spese senza fare troppo male. Eppure per iniziare in entrambi i rami del Parlamento, sarebbe bastata una delibera di appena una riga: dal primo  di agosto come è stato più volte chiesto  a tutti gli italiani, anche a deputati e senatori in pensione sarà chiesto un contributo di solidarietà pari al 10 per cento del vitalizio percepito.
 Gran parte degli ex parlamentari cumulano il vitalizio con altri trattamenti pensionistici percepiti. Non sarebbe una misura tragica per le loro finanze. Il risparmio però sarebbe di un certo peso: 8 milioni di euro all’anno dagli ex senatori e 13,8 milioni di euro all’anno dagli ex deputati. Tempo occorrente per il varo: un minuto. Non c’è guarentigia costituzionale che osti o legge ordinaria da modificare. Basta una delibera dei due uffici di presidenza del Parlamento.

Quella dei tempi tecnici necessari a dare un segnale sui risparmi da parte della classe politica che dirige il Paese non è altro che una scusa. Quando è necessario tutte le liturgie parlamentari vanno a farsi benedire, come ha dimostrato positivamente il percorso parlamentare della legge finanziaria appena approvata: due sedute d’aula e poco più in commissione.
Per una legge ordinaria che tagli i costi della politica si può fare il bis tranquillamente. Un giorno in commissione e uno in aula in ciascuno dei due rami del parlamento: in quattro giorni una legge può essere già in Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Basta un solo articolo così per un  taglio lineare del 10 per cento ai trasferimenti previsti dalla tabella 2 del ministro dell’Economia alle voci “organi Costituzionali” e “organi di rilevanza costituzionale”.
Avrebbe potuto farlo anche Giulio Tremonti nella manovra, perché non si sarebbe toccata alcuna autonomia di nessuno: ti do meno soldi e poi autonomamente deciderai tu come spenderli e dove tagliare.
Intanto il risparmio ci sarebbe subito, dal primo gennaio 2012. Vale sul triennio 765 milioni di euro e tocca Camera, Senato, Quirinale (compreso l’assegno personale del presidente della Repubblica), Corte Costituzionale, Corte dei Conti, Consiglio di Stato, Cnel, Csm e perfino consiglio della giustizia amministrativa della Regione Sicilia.
Il Tesoro non l’ha fatto, ma in quattro giorni potrebbe recuperare il tempo perduto il Parlamento con una leggina di taglio lineare bipartisan.

A quel punto non ci sarebbe nemmeno bisogno di stare a discutere se l’indennità parlamentare è alta o bassa rispetto agli altri Paesi europei con l’indegna manfrina messa in scena negli ultimi giorni (correggiamola con la densità demografica, no, correggiamola con il Pil).
Ottenuti i risparmi poi se la vedono loro come farli risultare dai bilanci di Camera e Senato. Con la regola del 10 per cento per altro basterebbero 6 giorni per ridurre anche l’indennità parlamentare: i 4 della legge ordinaria (una riga di testo), e poi due giorni in più per ratificare tutto negli uffici di presidenza. Ma si potrebbe fare anche senza legge.
Il risparmio che a regime sarebbe più consistente, 760 milioni di euro all’anno, potrebbe arrivare da una legge costituzionale che dimezzi il numero dei parlamentari attuali: da 630 a 315 deputati e da 315 a 156-157 senatori.
Non c’è bisogno di introdurre altri elementi su forma di Stato e di governo che ingarbuglierebbero il dibattito politico.

Sono tutti d’accordo sulla riduzione? Allora bastano 98 giorni. Un testo di due righe: una per modificare il numero dei deputati all’articolo 56 della Costituzione e una per modificare quello dei senatori previsto dall’articolo 57. Un giorno in commissione e uno in aula sia per Camera che per Senato, e fanno 4 giorni in tutto. Novanta giorni di sospensione, e poi altri 4 giorni per la seconda lettura. Se si è tutti d’accordo va in gazzetta ufficiale la sera stessa. Se ci si divide allora è possibile un referendum confermativo e servono altri 90 giorni. Comunque vada sarebbe possibile votare la prossima volta già tagliando i parlamentari.

di Franco Bechis

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