Mazzata pensioni, revisioni tagliate oltre i 1.400 euro
Per gli assegni superiori ai 2.300 euro gli aumenti vengono annullati. Nella fascia più bassa rivalutazione ridotta al 45%
Niente tagli alla casta, ma una bella sforbiaciata alle pensioni sì. La scure della manovra si abbatte anche contro gli assegni previdenziali più modesti, da 1.400 euro al mese: in concreto, il provvedimento riguarda più di 13 milioni di itliani. E non è tutto, perché insieme alla delega per la revisione del sistema fiscale viaggerà la riforma dell'assistenza sociale. Le conseguenze, soprattutto sul sistema di revisione delle pensioni di reversibilità, potrebbero non essere delle più piacevoli.
Sistema pensionistico - Per quel che riguarda il capitolo pensioni, il decreto per la correzione dei conti pubblici riporta nero su bianco la mancata rivalutazione nel biennio 2012-2013 delle pensioni superiori a cinque volte il minimo, ossia 2.300 euro al mese. Per le pensioni più basse - tra 1.428 e 2.380 euro al mese - la rivalutazione che tiene conto del tasso di inflazione sarà invece pari soltanto al 45 per cento. Infine, dal 2014, si allungherà l'età minima pensionabile almeno di tre mesi a causa dell'agganciamento automatico alle speranze di vita.
Riforma assistenza - Per quel che riguarda la riforma dell'assistenza, la 'ratio' è differente: il fine è tagliare i sussidi ai 'furbetti' per dare soldi a chi più ne necessità. Ma per farlo sarà necessaria una rivoluzione e una razionalizzazione di tutto il sistema, con ricadute anche sul fronte della previdenza. Così, per esempio, la revisione dei criteri per le invalidità, ma anche gli indicatori della situazione economica di ciascun cittadino e dei requisiti reddituali e patrimoniali che servono per l'erogazione delle prestazioni, verranno rivisti. E con loro verranno rivisti anche i principi attuali per l'assegnazione delle pensioni di reversibilità, tramandate ai coniugi, che costano ogni anno ben 34 miliardi di euro alle casse dello Stato.
Libero.it
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