mercoledì 20 luglio 2011

Penati è indagato per corruzione

Il vicepresidente del Consiglio regionale lombardo è indagato per concussione e corruzione in un'inchiesta della procura della Repubblica di Monza in merito all'area Falck di Sesto San Giovanni

Milano - Piovono grane sul vicepresidente del Consiglio regionale lombardo ed ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (Pd). Infatti, secondo quanto riportato dal Corriere.it, l'esponente del Partito democratico è indagato per concussione e corruzione in un'inchiesta della procura della Repubblica di Monza in merito all'area Falck di Sesto San Giovanni. "La guardia di Finanza sta eseguendo sette perquisizioni disposte dal pm Walter Mapelli - si legge sul sito del Corriere - L'inchiesta fu avviata a Milano nell'ambito di quella sull'area Santa Giulia. L'ipotesi di accusa parla di quattro miliardi di lire di tangenti pagate tra il 2001 e il 2002".

Denaro per agevolare concessioni L’operazione "ade", questo il nome in codice dell’indagine, sta portando a diverse perquisizioni da parte del nucleo di polizia tributaria della gdf di milano presso abitazioni private, sedi di società e alcuni uffici del comune di sesto san giovanni. I reati contestati, allo stato, sono concussione, corruzione e illecito finanziamento ai partiti. Secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il piano di governo del territorio.

Capezzone: presunzione di innocenza valga per tutti "Apprendo dalle agenzie la notizia di un’indagine che riguarderebbe Filippo Penati. In attesa di saperne di più, va però subito ribadito un punto di carattere generale, politicamente e ancor più culturalmente irrinunciabile: la presunzione di innocenza deve valere per tutti, amici o avversari che siano". Così Daniele Capezzone, portavoce Pdl, che aggiunge: "Sarebbe bene che la lotta politica, pur nelle sue comprensibili asprezze, non dimenticasse la presunzione di non colpevolezza che è scolpita nella nostra Costituzione, e non avesse atteggiamenti differenziati a seconda del fatto che un’indagine riguardi un esponente del proprio schieramento o di quello avversario. La sinistra ha da sempre avuto un atteggiamento opposto: garantisti con gli amici, giustizialisti con gli avversari. Per noi vale invece la regola del garantismo verso tutti, che è naturale complemento di una difesa rigorosa della legalità"

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