Politici, amministratori, economisti, europeisti, imprenditori di stato, top manager: ecco chi si è attovagliato con la lobby più potente della finanza mondiale...
di Brunella Bolloli
Attovagliati con vista mozzafiato sui tetti di Roma, i potenti del mondo hanno brindato ai loro affari e, forse, anche a un anno di governo Monti. Più che una cena sembrava un consiglio di amministrazione con i big della finanza, dell’imprenditoria e dell’industria venuti apposta nella Città Eterna per decidere le sorti dell’Europa (chi commissariare e chi no) e dell’Italia in particolare. Sessione straordinaria dell’esclusivo club Bilderberg, conclave dei grandi e potenti uomini d’affari che ogni anno, dal 1954, sceglie una località per i suoi meeting internazionali. Più che una loggia una lobby, anche se i maligni ironizzano su grembiulini (come nella massoneria) e burattinai occulti, forse perché il club è protetto da una massiccia e impenetrabile cortina di mistero e i temi trattati riguardano i destini del pianeta. Gli aderenti sono gli unici a conoscere date e luoghi dei summit, comunicare con la stampa è vietato. Sarà per questo che avere conferma della partecipazione del nostro premier, Mario Monti, è un’impresa. Dopo una giornata di rimpalli e silenzi, alla fine da Palazzo Chigi arriva la conferma: il premier è andato alla cena e ha tenuto una breve relazione (“speach”) sulle questioni economiche e i temi dell’eurozona. Il nostro premier è uno dei pochi italiani ammessi al Bilderberg. Figura negli elenchi da quando era docente di Economia alla Bocconi, poi Commissario europeo (una volta è andata anche Emma Bonino ma ora non più), da rettore ed è rimasto da premier. Anzi. Pare che Super Mario non si perda una riunione del prestigioso consesso. È sulla lista Bilderberg da protagonista. Al pari di Paolo Scaroni, Ad di Eni e soprattutto di Franco Bernabè, presidente della Telecom Italia e gran cerimoniere della tre giorni romana. È targata Telecom, infatti, la regia dell’evento con cena da mille euro a testa sulla Terrazza Caffarelli preceduta da una visita guidata ai Musei capitolini, per l’occasione chiusi al pubblico nell’ala del Palazzo dei Conservatori.
E, del resto, quando ricapita di avere in Italia i pezzi da novanta del business internazionale? Il sobrio Monti, che ieri ha ricevuto Cameron e ha parlato al telefono con Obama, deve averne approfittato per festeggiare il suo primo anno al governo. Invito esteso alla sua squadra di ministri, sebbene trovarne uno che dica «sì, ci vado» è impossibile. Perché la regola aurea è che l’invito al Bilderberg non si smentisce mai né si conferma, ma il «no comment» è assertivo. A parte, dunque, Enrico Mentana, che ha smentito di esserci, l’elenco comprende: Lilli Gruber ed Enrico Letta (forse sono andati insieme alla cena dopo Otto e mezzo), Rodolfo De Benedetti di Cir, Alberto Nagel di Mediobanca, Mauro Moretti delle Ferrovie, Fulvio Conti, Angelo Cardani, Enrico Cucchiani di Intesa, la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, Gabriele Galateri e altri, circa un centinaio di persone. Perché oltre ai big italiani la lista dei super potenti comprende: Tom Enders, ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, il canadese Edmund Clark boss della Td Bank, Kenneth Jacobs numero uno di Lazard e pure l’americano capo dell’Alcoa Klaus Kleinfeld, che spera di non essere contestato dopo la chiusura dell’impianto in Sardegna. Perché è ovvio che tra i nostri rappresentanti del governo e i super boss stranieri ci sono parecchie questioni da discutere, sulla pelle degli italiani. Conflitto di interesse per Monti? Di sicuro Francesco Storace, leader della Destra, è categorico: «Il premier non vada alla riunione di Bilderberg». Critica anche Giorgia Meloni. Blitz dei ragazzi della Giovane Italia fuori dall’Hotel de Russie: «Vogliamo sapere perché 130 personalità influenti si accordino per decidere le sorti degli stati. Monti ha il dovere morale di riferire il Parlamento sugli esiti di questo incontro, perché è una vergogna che un premier partecipi a riunioni segrete, nelle quali si influenzano i futuri dei popoli a guadagno della tecnocrazia e della finanza». E dopo la cena, oggi riunione segretissima. Top secret anche quella.
.liberoquotidiano.it
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