venerdì 16 novembre 2012

La soluzione alla crisi è invadere la Svizzera

Una volta invasa imporrei alla Svizzera di assumersi lei l’onere di governare l’Italia...
 

L'altro giorno ero in treno e al mio fianco avevo una specie di pic­colo Buddha in versione napoletana. Il piccolo chiattone (pingue) non ave­va dieci anni, e chiedeva alla madre, chiattona pure issa, notizie sulla crisi economica in atto e come mai nessu­no riesce a risolvere la situazione. Do­po aver assunto tutte le notizie utili, ha emesso un responso che mi ha la­sciato di stucco: perché non invadia­mo la Svizzera? Il piccolo Buddha, o se preferite il piccolo Hitler o il picco­lo Stalin, faceva un ragionamento dia­bolicamente ineccepibile.
Ci manca­no i soldi, la Svizzera ha tante banche, è neutrale, non fa guerra e non oppo­ne resistenza; dunque perché non ci pigliamo la Svizzera? Ecco la soluzio­ne ai nostri problemi. Favolosa. Altro che secessione, meglio l’annessione. Anschluss. E poi è assurdo che un’Eu­ropa nata a immagine e somiglianza della Svizzera, intorno alla moneta e alle banche, debba avere questo buco nero in pieno centro. Arrenditi, Sviz­zera, sei circondata. Mi sembra ma­gnifica la soluzione proposta dalla creatura che ragionava come Napole­one, sbrigativo ed efficace.
Aggiunge­rei una sola postilla. Una volta invasa, imporrei alla Svizzera di assumersi lei l’onere di governare l’Italia. Noi non siamo buoni, come dicono a Napoli, non siamo capaci. Ci considerino il lo­ro Cantone inferiore, sotto tutti i pun­ti di vista, il più popoloso e il più rogno­so. Il Canton Tapino. Dichiariamo guerra alla Svizzera col proposito di perderla a tavolino e di arrenderci ai loro cioccolati a cucù... Che schiava di Berna Iddio la creò.
.ilgiornale.it

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