martedì 27 novembre 2012

Ue, bandi di concorso in tre lingue? Discriminazione La Corte di Giustizia accoglie il ricorso. Ma "le conoscenze linguistiche costituiscono elemento essenziale nella carriera dei funzionari"




L'Italiano vale tanto quanto l'inglese. E il francese. E il tedesco. È una lingua della Comunità Europea. E dunque ha lo stesso valore delle altre 22, tutte ufficiali. C'è voluto un ricorso, ma ora lo pensa anche la  Corte di Giustizia europea, che ha annullato una sentenza di primo grado del settembre 2010, dando ragione a chi, nel Bel Paese, faceva presente che i bandi di concorso pubblicati in sole tre lingue erano una limitazione forte.
A Lussemburgo i giudici hanno dato ragione all'Italia. La "discriminazione basata sulla lingua" c'è. Se la decisione non cambia nulla sui concorsi già svolti, per non fare un torto ai "candidati selezionati", riconosce però che sulla Gazzetta Ufficiale devono esserci tutte le 23 lingue. E che comunque bisogna applicare "critieri chiari, oggettivi e prevedibili" sulla scelta delle lingue.
La Corte fa anche presente che di certo l'interesse delle istituzioni è quello di attrarre "i candidati migliori". E per fare ciò potrebbe essere meglio "sostenere le prove di selezione nella loro lingua materna" o in quella "che padroneggiano meglio". Ma sottolinea un altro dato, che di certo non può essere messo in secondo piano: "Le conoscenze linguistiche costituiscono un elemento essenziale nella carriera dei funzionari". E non ci si può trincerare dietro la mancanza dell'Italia nelle lingue dei concorsi per giustificare una carenza nella preparazione personale.

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