domenica 18 novembre 2012

Figli delle vittime del terrorismo: strumentalizzati o no?Calabresi, Tobagi, Ambrosoli, Occorsio ed altri: abbiamo messo due pareri a confronto

Figli delle vittime del terrorismo: strumentalizzati o no?

Il primo è stato Mario, con il padre ammazzato come un cane sotto casa mentre andava a lavorare. Poi c'è stata Benedetta, anche lei ha perso il papà con le stesse modalità di quello di Mario. Sono loro i figli delle vittime del terrorismo, e delle mafie, che hanno aperto la strada al ricordo, portando dei nomi che sono pezzi di storia del nostro paese: Calabresi, Tobagi, e poi Ambrosoli, Occorsio, Giralucci e così via. Per anni, i famigliari delle vittime avevano taciuto, soprattutto quelli della fase storica del terrorismo. Solo quelli di alcune stragi hanno trovato la forza di unirsi in una sorta di class action a fronte di una collettività indifferente, che chiedeva solo di dimenticare. Alcuni famigliari hanno conseguito visibilità, e affermazione sociale. Ciò causa comprensibili invidie in chi è rimasto indietro. Ma non è un motivo perché fermino il loro meritorio scavo nel passato.
BILLY KID 
È un tema delicato quello dei parenti delle vittime del terrorismo e della mafia. La notizia della candidatura di Umberto Ambrosoli mi riporta a un recente colloquio avuto con la figlia di un militante politico, assassinato una quarantina di anni fa insieme a un suo amico, militante come lui. Con amarezza la donna, giornalista e saggista, mi ha confidato di essere detestata dal figlio dell’altra vittima il quale chiama lei, e quelle/i come lei, “viptime”. Motivo? Farsi strumentalizzare o, peggio ancora, approfittare della disgrazia ricevuta per ottenere spazi nei mass media, prebende e posti di lavoro, alcuni anche prestigiosi come lo scranno in Parlamento. Secondo l’uomo, poco si è fatto nella ricerca e punizione dei colpevoli dei tanti delitti, e responsabile di questo è lo Stato, quindi va respinta ogni sua offerta, diretta o indiretta. Lascio a chi legge ogni commento.
PAT GARRETT

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