venerdì 2 dicembre 2011

Un leghista snob a Palazzo Chigi Monti auspi­cò sul Corsera una "guerra di libera­zione dalla parte peggiore di noi stessi" per importare "la cultura della stabilità". Facciamo un bilancio di quella proposta

di Marcello Veneziani

Monti auspicò sul Corsera una «guerra di liberazione non dallo straniero ma dalla parte peggiore di noi stessi» per importare «la cultura estranea se non straniera della stabilità».
Mario Monti
Mario Monti
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Dopo dodici anni di euro e di Unione europea, facciamo un bilancio di quella proposta.
L’Italia sposò l’euro ciecamente e fu convinta europeista, come era stata in passato sdraiata a tappetino verso l’America, o l’Unione Sovietica per la corposa minoranza comunista. Oggi siamo al collasso, la stabilità è ancora un sogno e dal mondo ci giungono mazzate e non salvezza.
Allora chiedo al premier: ma è ancora del parere che fosse quella la ricetta vincente? Non è che abbiamo patito senza profitto questa lunga e deprimente guerra di liberazione dall’Italia, questa autodenigrazione permanente, questo affannoso e masochistico inseguire e adorare l’erba del vicino?E se il difetto maggiore, non l’unico per carità, del nostro Paese fosse proprio quello, l’importazione di culture estranee se non straniere e la continua voglia di dimettersi da italiani?
E se avessero segato Berlusca proprio perché proiettava sul maxischermo internazionale l’italiano tipo e noi ci vergognavamo della nostra immagine nel mondo? Infine:e se il peggior vizio dell’italiano da cui dovrebbe liberarsi fosse proprio questo complesso coloniale, servile e mentale verso lo straniero e se la frase di Monti nobilitasse uno dei luoghi comuni più idioti dell’italiano che ripete quel paragone generico:«All’estero invece... »? Temo che il suo sia leghismo in versione snob.

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