Monti auspicò sul Corsera una «guerra di liberazione non dallo straniero ma dalla parte peggiore di noi stessi» per importare «la cultura estranea se non straniera della stabilità».
Mario Monti
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Dopo dodici anni di euro e di Unione europea, facciamo un bilancio di quella proposta.
L’Italia sposò l’euro ciecamente e fu convinta europeista, come era stata in passato sdraiata a tappetino verso l’America, o l’Unione Sovietica per la corposa minoranza comunista. Oggi siamo al collasso, la stabilità è ancora un sogno e dal mondo ci giungono mazzate e non salvezza.
Allora chiedo al premier: ma è ancora del parere che fosse quella la ricetta vincente? Non è che abbiamo patito senza profitto questa lunga e deprimente guerra di liberazione dall’Italia, questa autodenigrazione permanente, questo affannoso e masochistico inseguire e adorare l’erba del vicino?E se il difetto maggiore, non l’unico per carità, del nostro Paese fosse proprio quello, l’importazione di culture estranee se non straniere e la continua voglia di dimettersi da italiani?
E se avessero segato Berlusca proprio perché proiettava sul maxischermo internazionale l’italiano tipo e noi ci vergognavamo della nostra immagine nel mondo? Infine:e se il peggior vizio dell’italiano da cui dovrebbe liberarsi fosse proprio questo complesso coloniale, servile e mentale verso lo straniero e se la frase di Monti nobilitasse uno dei luoghi comuni più idioti dell’italiano che ripete quel paragone generico:«All’estero invece... »? Temo che il suo sia leghismo in versione snob.
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