mercoledì 5 giugno 2013

Eternit, la sentenza di Torino fa sperare anche Sesto

In Lombardia pressione per attuare il piano Zero amianto
La sentenza della Corte d’appello di Torino, che ha condannato l'imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny a 18 anni per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche che in primo grado era stato condannato a 16 anni, ha fatto rumore anche a Sesto. 
Le realtà locali che da anni si muovono per la tutela e la salvaguardia dei lavoratori esposti alla fibra killer considerano "questo giudizio fortemente positivo in quanto non solo conferma la condanna in primo grado - scrive in una nota il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio - ma sono stati mantenuti la maggior parte dei risarcimenti e hanno goduto del risarcimento anche diversi abitanti dei comuni interessati all’esposizione all’amianto,  pur senza aver contratto malattie da esso derivate, e le associazioni delle vittime già riconosciute come  parte civile nel processo: AFEVA, AIEA e MEDICINA DEMOCRATICA". 
Il comitato cittadino, in particolare, si batte per fare giustizia rispetto alle vittime dell'amianto tra i lavoratori della Breda e le loro famiglie ma proprio in queeste settimane il Copal sta incontrando i nuovi inquilini del Pirellone per chiedere che venga attuato il piano Zero aminato in Lombardia. L'obiettivo è che, appunto, sia eliminato del tutto ogni resto del materiale cancerogeno attraverso lattuazione di un piano che parta dal censimento dell'eternit ancora presente sul territorio, la gestione di questo e la bonifica dei terreni esposti.

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