In un anno la disoccupazione sale di un punto: è al 9,3%. Smentiti gli anti Cav convinti che le dimissioni di Berlusconi bastassero a salvare l'Italia. Ma Monti non ha la bacchetta magica...
La speranza è che la riforma del mercato del lavoro riformi effettivamente il mercato del lavoro. Ma, soprattutto, che riesca a dare una sferzata all'occupazione.
Lavoro e disoccupazione
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I dati pubblicati oggi dall'Ocse parlano, infatti, di un forte peggioramento nel corso dell'ultimo anno. Mentre il tasso di disoccupazione dell’area Ocse è rimasto stabile all’8,2% nel mese di febbraio, invariato rispetto a gennaio e dicembre, l’organizzazione di Parigi ha fatto sapere che in Italia il tasso dei senza lavoro è in continua crescita: nel giro di un mese si è passati dal 9,1% di gennaio al 9,3%.
Per farsi un'idea di quanto la situazione sia peggiorata basta dare un'occhiata ai dati dello scorso anno. Nel settembre del 2001, un paio di mesi prima che i mercati e i poteri forti obbligassero il governo Berlusconi a un passo indietro, in Italia il tasso di disoccupazione si aggirava intorno all'8,3% mentre nell'Eurozona si attestava al 10,2%. Il Vecchio Continente toccava così il livello più elevato dal giugno del 2010. In parlamento il centrosinistra chiedeva a gran voce le dimissioni del premier Silvio Berlusconiinvitandolo a far spazio a un esecutivo tecnico che avrebbe rilanciato lo sviluppo economico del Belpaese e abbattuto la disoccupazione. Con l'avvento di Mario Monti a Palazzo Chigi la riforma del mercato del lavoro è subito entrata tra le prime misure che hanno messo a confronto il governo e le parti sociali. La riforma adesso è al vaglio delle Camere ma il Wall Street Journal ha già accusato il Professore di essersi arreso nella battaglia coi sindacati sull'articolo 18.
La crisi economica è tutt'altro che passata. L'altalena dei mercati ne è la diretta conseguenza. A febbraio, si legge nel bollettino compilato dai tecnici dell'Ocse, la disoccupazione nell'Unione europea è aumentata per l’ottavo mese consecutivo con una crescita di 0,1 punti percentuali. L'Eurozona ha così raggiunto il 10,8% segnando un nuovo record (negativo) dall’inizio della crisi. Fra i paesi dell'area euro, la disoccupazione è aumentata un po' ovunque. Dall'Austria al Lussemburgo, dall'Italia, che ha toccato il 9,3%, al Portogallo. Va peggio in Spagna dove si è attestata al 23,6%: il dato peggiore di tutta l'Eurozona. I dati dell'istituto parigino dimostrano un malessere generalizzato, ma in meno di un anno il tasso di disoccupazione in Italia è peggiorato di almeno un punto percentuale. Alla faccia di chi credeva che le dimissioni del Cavaliere bastassero per sistemare tutti i mali dell'Italia e di chi confidava nella bacchetta magica di Mario Montiper risolvere la prepotenza dei sindacati, l'immobilismo della macchina politica e l'antagonismo delle lobby.
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