Dimezzate le donazioni agli enti locali. «Colpa della scarsa informazione». Nel 2006 Sesto ha raccolto oltre 61mila euro nel 2009 solo 24mila
di Valentina Bertuccio D'Angelo
Cinisello Balsamo, 27 aprile 2012 - Sarà perché al tempo dell’Imu dare altri soldi al proprio Comune sembra l’ultima delle cose piacevoli da fare, ma di 5 per mille nei municipi si parla poco. Poca pubblicità, proprio mentre gli altri enti che possono beneficiare della quota di imposta sul reddito delle persone fisiche si stanno dando un gran da fare per conquistare le simpatie dei contribuenti. Così capita che nel Nord Milano solo Cormano e Cinisello Balsamo abbiano scelto di mettere sulla home page del proprio sito ufficiale l’accorato appello: «Il 5 per mille datelo a noi». Per tutti gli altri, silenzio o quasi.
Eppure la possibilità di finanziare il Comune di residenza, anzi, più correttamente «le attività del Comune di residenza», introdotta per la prima volta nel 2006 e poi reintrodotta nel 2009, consente alle casse pubbliche di prendere una — seppur davvero minima — boccata d’ossigeno senza che questo comporti ulteriori esborsi da parte del cittadino contribuente. Boccata d’ossigeno da destinare, rigorosamente, alle attività sociali, per lo più destinate ad anziani e giovani.
Peccato che i sindaci possano fare sempre meno affidamento sulla generosità dei propri amministrati. Il trend infatti è drammaticamente negativo. I dati disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate non sono aggiornati, ma la tendenza al ribasso è evidente: nel 2006 Cinisello Balsamo, per fare un esempio, aveva portato a casa quasi 60mila euro. Tre anni dopo, nel 2009, poco più di un quarto: 15.737 euro per l’esattezza. Ancora più drastica la diminuzione dei cittadini che avevano scelto il Comune: da 2.776 a solo 632.
Eppure la possibilità di finanziare il Comune di residenza, anzi, più correttamente «le attività del Comune di residenza», introdotta per la prima volta nel 2006 e poi reintrodotta nel 2009, consente alle casse pubbliche di prendere una — seppur davvero minima — boccata d’ossigeno senza che questo comporti ulteriori esborsi da parte del cittadino contribuente. Boccata d’ossigeno da destinare, rigorosamente, alle attività sociali, per lo più destinate ad anziani e giovani.
Peccato che i sindaci possano fare sempre meno affidamento sulla generosità dei propri amministrati. Il trend infatti è drammaticamente negativo. I dati disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate non sono aggiornati, ma la tendenza al ribasso è evidente: nel 2006 Cinisello Balsamo, per fare un esempio, aveva portato a casa quasi 60mila euro. Tre anni dopo, nel 2009, poco più di un quarto: 15.737 euro per l’esattezza. Ancora più drastica la diminuzione dei cittadini che avevano scelto il Comune: da 2.776 a solo 632.
Non è andata meglio a Sesto San Giovanni: oltre 61.500 euro raccolti il primo anno, precipitati a 24mila nel 2009. Cifre più che dimezzate, per un atto di donazione che non costa nulla. A spiegare questa debacle diversi fattori. In primis, forse, la scarsa conoscenza del meccanismo: secondo Sandro Zaccarelli, responsabile provinciale del servizio Caaf Cigl, «sono in molti a credere che il 5 per mille prevede un pagamento ulteriore». Ovviamente non è così. Manca poi, o almeno scarseggia, una campagna pubblicitariaaccattivante e, soprattutto, corrette informazioni su dove vanno a finire i soldi raccolti con il 5 per mille.
Il Comune di Cormano fa eccezione: «Le risorse verranno utilizzate anche per sostenere le famiglie colpite dalla crisi economica». Non è ancora tutto perduto, però. Per sostenere le attività sociali del Comune non è necessario inserire nessun codice fiscale sul 730 o sul modello Unico: basta firmare nel riquadro che cita espressamente il Comune di residenza.valentina.bertuccio@ilgiorno.net
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