lunedì 30 aprile 2012

Palermo, ricordati Pio La Torre e Rosario Di Salvo Oggi il trentennale del duplice omicidio



Sono trascorsi 30 anni da quel tragico 30 aprile del 1982 quando i sicari della Cupola mafiosa a bordo di una moto esplosero una raffica di colpi mortali uccidendo il segretario regionale del Partito comunista italiano, Pio La Torre, insieme alla sua guardia del corpo, Rosario Di Salvo. Nel luogo dell'agguato, in via Li Muli a Palermo, è stata deposta una corona d'alloro sulla lapidi che ne ricorda la morte. La lotta alla mafia di Pio La Torre era cominciata presto. Giovanissimo aveva aderito al Pci, organizzando i braccianti per occupare le terre incolte, e attirandosi le minacce del capomafia della zona; era stato in Commissione Antimafia per tre legislature, insieme a Cesare Terranova, ucciso nel ’79, ed aveva scritto una proposta di legge per colpire al cuore Cosa Nostra, introducendo il reato di associazione di stampo mafioso e, sempre sul modello americano, consentendo l’aggressione ai capitali mafiosi. Tutto ciò aveva finito per scontrarsi con gli interessi mafiosi e per questo i vertici di Cosa nostra hanno deciso di toglierlo di mezzo. Diversi sono stati invece coloro che hanno sostenuto l'ipotesi che quello di Pio La Torre sia stato un omicidio di natura politica. Dalle carte dei servizi segreti risultava infatti che La Torre era stato pedinato fino a una settimana prima della morte. Il movente, in questa chiave di lettura, sarebbe da ricercare nelle intuizioni investigative: parlando in Parlamento associa l’omicidio di Piersanti Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. È La Torre a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio. Fino a oggi comunque non esiste un movente accertato per questo duplice omicidio. È per questo che stamattina, intervenendo alla commemorazione il segretario provinciale Pd ha chiesto che il processo venga riaperto. E' in questo scenario che, secondo Di Girolamo, occorre tornare a indagare per "cercare la verità che i siciliani ancora attendono".

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