Sesto San Giovanni, 29 ottobre 2011 - L’incoronazione ufficiale che tutti si aspettavano non c’è stata, ma dal palco di SpazioArte Celestino Pedrazzini ha comunque parlato come il candidato sindaco che si prepara a dare l’assalto al palazzo rosso. E non solo con la Lega Nord. Perché le alleanze, per assicurarsi la vittoria, sono tutte possibili. Lo ha detto chiaro e tondo l’ex senatore del Carroccio l’altra sera, quando in via Maestri del Lavoro le camicie verdi sono arrivate in massa ad ascoltare il ministro Roberto Maroni.
«Per vincere a Sesto è necessario costruire una squadra forte e compatta. Leviamoci dalla testa che ci sarà il ballottaggio, perché tocca vincere al primo turno - spiega Pedrazzini -. Non dobbiamo aspettare gli ultimi due mesi per costruire un’alternativa». Infatti, il Carroccio ha iniziato almeno due anni fa a puntare sull’ex senatore ingegnere. Che guarda al Pdl con favore e un po’ meno alle liste civiche e agli infiltrati speciali dell’ultima ora.
«Vogliamo gente che in questi anni ha messo la faccia, non quelli che arrivano alla fine e pretendono la benedizione».
«Vogliamo gente che in questi anni ha messo la faccia, non quelli che arrivano alla fine e pretendono la benedizione».
Perché, come dicevano i militanti, stavolta la partita è seria. Stavolta «se si perde, Sesto rimane rossa per altri trent’anni». Parola di Pedrazzini. Che non fa il veggente, ma in questi mesi è andato a rileggersi i numeri. «Dal 2007 al 2010 la sinistra sestese è rimasta una massa compatta. Significa che dobbiamo cercare di prendere voti anche dall’altra parte».
Dando un’alternativa. «Il cambiamento non può essere soft, non dobbiamo solo cambiare i commensali. L’unica possibilità è ribaltare il tavolo e ricominciare a costruire da capo una proposta politica». Mentre il Carroccio si porta avanti, pensando a programmi e alleanze, il Pdl resta attento alla finestra. Al gran completo giovedì ha ascoltato le parole di Pedrazzini. E quelle di Maroni, che invece non esclude l’ipotesi di una corsa in solitaria. Ma si sa, il gioco delle alleanze dipende dall’asse Bossi-Berlusconi. E da altre partite. Perché oltre a Sesto, sul piatto c’è anche il Comune di Magenta, con i due partiti che potrebbero arrivare a uno scambio per piazzare il loro candidato. «Pedrazzini è una persona autorevole - commenta Antonio Lamiranda, capogruppo di An -. Gli accordi si possono trovare. L’obiettivo è comune: non vogliamo perdere l’occasione di vincere a Sesto».
di Laura Lana
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