lunedì 29 agosto 2011

Penati e le tangenti in commissione di garanzia

Il Pd cerca di fare chiarezza sui fatti e le accuse che coinvolgono il consigliere regionale. Penati ha deciso di autosospendersi dal Partito Democratico e di uscire dal gruppo consiliare regionale, per "scindere nettamente la mia vicenda personale dalle questioni politiche" e "per non creare problemi e imbarazzi al Partito".

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Il 20 luglio Filippo Penati è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Monza per concussione e corruzione in merito a presunte tangenti intascate sulla riqualificazione dell'ex Area Falck di Sesto San Giovanni.
Ci sono in ballo quattro "fatture" da circa 620 mila euro l'una e una "richiesta" di altri "2 miliardi di lire", per un totale di quasi 3,5 milioni di euro. Questa è la cifra stimata dai pm di Monza che l'imprenditore Giuseppe Pasini avrebbe dovuto versare alle "cooperative emiliane" su indicazione di Penati, il dimissionario esponente Pd ed ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani.

A un mese dall'iscrizione nel registro degli indagati la polemica non si è mai fermata.

BORGHEZIO: SARANNO ANTIXENOFOBI E ANTIFASCISTI, MA LADRI
"L'Italia amministrata dalla Sinistra è tutta una Sesto San Giovanni''. Lo afferma in una nota l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio commentando la vicenda delle tangenti che vede coinvolto Penati. ''Inutile e persino grottesca l'inquietudine di certi esponenti del Pd che implorano Penati di rinunciare alla prescrizione, illudendosipenosamente di poter preservare cosi' l'immagine di 'diversita'' morale degli amministratori di sinistra''.
''La realta', come tutti gli addetti ai lavori ben sanno - aggiunge - e' invece molto diversa e si puo' sintetizzare inquesta frase, che mi auguro nessuno osi contestare: 'Tutta l'Italia amministrata dalla sinistra e' un 'immensa Sesto San Giovanni', finora beneficata da una, diciamo, benevola disattenzione della magistratura inquirenti. Antifascista,antirazzisti, antixenofobi a diciotto carati, certamente. Ma ladri''.
GASPARRI, PENATI? E' UN GREGANTI AL CUBO
"La vicenda Penati dimostra una serie di cose. In primo luogo colpisce il fatto che nei confronti del braccio destro di Bersani alcuni magistrati muovano accuse di corruzione causando un effetto prescrizione che in altri casi avrebbe fatto gridare allo scandalo. Altri magistrati contestano la mancata accusa di concussione che avrebbe determinato ben altre conseguenze. Si conferma poi il sospetto che nel mondo del Pd sia proseguito un illecito sistema di finanziamento al partito in quanto tale, pi- che la corruzione dei singoli''. Lo afferma in una nota il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri sottolineando che ''la storia della sinistra è piena di vicende del genere. E non è un caso che oggi insorgano politici-giornalisti in difesa del sistema Sesto''. ''Penati - prosegue Gasparri - è stato il braccio destro di Bersani. E appare risibile immaginare che il segretario del Pd non conosca logiche e fatti che emergono dal caso Penati. Intrecci con imprese che passavano dai capi Ds-Pd e poi dai
potentati locali. Per definire vicende inquietanti come quella dell'autostrada Serravalle. Bersani nasce e vive dentro vicende di questo tipo. Urli pure ma non allontana i sospetti che gravano sulla sua parte politica. Non siamo insomma di fronte a un 'mariuolo', ma davanti a un sistema, antico e mai morto. Penati è un Greganti al cubo. Avendo riunito nella sua persona funzioni di massimo livello politico con altre e meno nobili incombenze. Certamente - conclude - la vicenda non finisce qui. E serve a poco tessere le lodi del modello Sesto negando l'evidenza".

RENZI: NESSUN DUBBIO SU BUONA FEDE DI BERSANI
"Non ho motivi per mettere in discussione la buona fede di Bersani; pero' c'e' molta apprensione nel
quartier generale, la questione e' umorale oltre che morale". E' quanto afferma il sindaco di Firenze ed esponente del Partito democratico, Matteo Renzi intervistato dal 'Corriere della sera' sul caso Penati e la situazione nel Pd.
Renzi suggerisce a Bersani: "Lancerei un appello pubblico a Filippo Penati, perche' rinunci alla prescrizione: un bel gesto. Mi auguro che possa provare la sua innocenza. La vicenda sembra abnorme, io pero' sono sempre garantista e il garantismo non va esercitato solo per la propria parte. Penati - aggiunge - ha fatto due passi indietro, che a destra neanche sotto tortura... Ma dovrebbe fare anche il terzo, lasciare il Consiglio regionale, senno' pare una furbizia e gli italiani non reggono piu' le furbizie". Piu' in generale, Renzi osserva: "Non ho mai creduto nella
diversita' etica del centrosinistra; la differenza e' fra chi scappa davanti ai giudici e chi si difende". Quindi, "sarebbe meglio la rinuncia alla prescrizione" perche', spiega, "non possiamo accusare Berlusconi di sfruttare la prescrizione e poi utilizzarla: suona strano".
VIOLANTE: PENATI ALLONTANI SU DI NOI L'OMBRA DEL SOSPETTO
"Non possiamo essere duri e rigorosi con i nostri avversari politici e poi permissivi con noi stessi". Lo sottolinea Luciano Violante, ex presidente della Camera, in una intervista al 'Quotidiano nazionale', parlando del caso Pionati. "Io non devo dare lezioni a nessuno. Pero' e' arrivato il momento che si decisa: o si dimette da consigliere regionale della Lombardia o rinuncia alla prescrizione. Questa situazione e' in grado di risolverla solo lui".
"Non possiamo criticare gli esponenti del Pdl sotto processo -avverte Violante- e poi essere permissivi con i nostriesponenti, di qualsiasi livello, dobbiamo essere coerenti. Bersani ha fatto quello che poteva fare, il problema e' Penati, che deve allontanare l'ombra del sospetto dal partito".
PD CONVOCA COMMISSIONE GARANZIA
A seguito degli sviluppi del caso Filippo Penati - si legge in una nota del Partito Democratico - il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, e il presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd, Luigi Berlinguer, hanno ritenuto opportuno che si avvii un'azione di immediata verifica a tutela della onorabilità del partito. A questo scopo ilpresidente Berlinguer ha deciso di invitare Filippo Penati ad ottemperare al dovere - previsto dallo stesso codice etico del Pd - di informare tempestivamente la Commissione provinciale di garanzia di Milano sui fatti che, allo stato delle indagini, lo hanno investito. Anche in funzione di quanto stabilito dallo statuto del partito, che affida alla Commissione nazionale di garanzia la vigilanza sulla correttezza dei comportamenti politici, il presidente Berlinguer ha convocato una riunione della Commissione stessa per il giorno 5 settembre al fine di esaminare le iniziative da porre in essere nel quadro di una concreta azione di vigilanza.

BERSANI: IL PD DIRA' LA SUA
"Il partito dira' la sua -sottolinea Bersani riferendosi al lavoro che e' stato affidato alla Cng- alla luce delle valutazioni e delle determinazioni che faro' la commissione di garanzia, prevista dallo statuto del partito come organismo preposto". La commissione di garanzia (che Bersani definisce "il nostro tribunale interno") ha "a sua disposizione una gamma di interventi che comprendono anche l'espulsione". Mentre "sull'aspetto giudiziario sara' lui a dover valutare", lasciando intendere chiaramente che un'eventuale rinuncia alla prescrizione e' una decisione che deve prendere Penati.
PENATI: DISPONIBILE A FORNIRE QUANTO E' UTILE A RICOSTRUZIONE FATTI
"Desidero comunicare che ho informato il Partito democratico della mia totale disponibilita' a mettere a disposizione della commissione provinciale di Milano quanto utile per la ricostruzione dei fatti che mi hanno, come e' noto,investito". Ad affermarlo e' Filippo Penati coinvolto nell'inchiesta della Procura di Monza su un presunto giro di tangenti. "Ho altresi' informato il Pd -aggiunge - che ho richiesto ai miei legali di essere a disposizione , tenuto conto dei vincoli processuali attualmente in essere, per fornire eventuali chiarimenti tecnico giuridici".

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