Le prospettive dell'economia mondiale sono tutt'altro che rosee, i mercati bruciano centinaia di miliardi praticamente ogni giorno, la disoccupazione sale, ma di recessione vera e propria non si puo' ancora parlare. Né in Europa, né negli Stati Uniti.
Gli ultimi dati di Eurolandia, Germania in testa, sono stati deludenti per gli analisti, che temono la famosa crisi a 'W', ma di fatto, con il +0,2% del secondo trimestre, l'Ue a 17 testimonia ancora una crescita, seppure a ritmo rallentato. Anche l'Italia ha segnato comunque un +0,3%, mentre negli Usa l'aumento del Pil è stato dell'1,3%.
RECESSIONE TECNICA. L'economia di un Paese entra effettivamente in quella che viene definita ''recessione tecnica'' quando per due trimestri consecutivi si registra un Pil in calo rispetto al trimestre precedente. Si tratta della recessione in senso stretto perché si certifica una marcia indietro dell'economia per sei mesi consecutivi. Il termine 'recessione' viene però utilizzato spesso anche impropriamente, in un'accezione più generale. Quando la contrazione del Pil è limitata a un trimestre, gli economisti preferiscono parlare di ''crescita negativa''.
STAGNAZIONE. Diversa è invece la 'stagnazione', che si verifica quando il Pil mostra per un periodo abbastanza lungo, non solo dunque su un singolo trimestre, una situazione piatta, su livelli di crescita nulla o estremamente ridotta.
DEPRESSIONE. Ancora un'altra cosa è infine la 'depressione', come la più celebre nella storia, quella iniziata con il crack del 1929. Con questo termine si indica un periodo in cui alla stagnazione dell'economia si sommano aumento della disoccupazione, bassi livelli di produzione, ribasso dei prezzi e diffuso pessimismo da parte degli operatori economici.
USA. Gli Stati Uniti stanno continuando a crescere in questi mesi, nonostante gli scivoloni di Wall Street e gli spettri scatenati dalla perdita della tripla A di S&P's. Nel secondo trimestre la crescita è stata dell'1,3% e nel primo dello 0,4%. La recessione risale anche in questo caso alla fine del 2008, ai tempi del crack Lehman. Il terzo trimestre di quell'anno si e' chiuso con -0,5%, seguito da -6,2% e da un -5,5% nei primi tre mesi del 2009 e da un -1% in quelli successivi.
EUROPA. Anche in Eurolandia il pil registra ancora segno più (+0,2% nel secondo trimestre, +0,8% nel primo). Spaventa però il netto rallentamento, evidente soprattutto in Francia, dove la crescita e' stata zero, e in Germania (appena +0,1%). La recessione che ha colpito l'area per 15 mesi, tra il secondo trimestre 2008 e il secondo 2009, sembra dunque dietro l'angolo.
ITALIA. L'ultima recessione è stata anche in Italia tra il 2008 e il 2009. Dal secondo trimestre del 2008 fino al secondo del 2009 il Pil ha sempre mostrato segno meno, inanellando 5 trimestri consecutivi di arretramento. I cali più gravi risalgono al quarto trimestre del 2008 (-2%) e al primo del 2009 (-2,9%). Andando indietro negli anni, la precedente recessione tecnica risale al 2004-2005, seppure con flessioni di entità inferiore (-0,2% nell'ultimo trimestre 2004 e un -0,1% nel primo trimestre 2005). Stesso andamento anche all'inizio del 2003 e poi a metà del 2001. Nel '92-'93 la situazione peggiore, spesso richiamata nei parallelismi di questi ultimi giorni: a cavallo dei due anni ci sono stati ben 6 trimestri con il Pil in calo.
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