Nel mesto rientro dalle vacanze ho notato una massiccia presenza di auto che portavano una bara sul portabagagli. In un primo tempo pensavo che fossero barche e mi sorprendeva vedere grandi famiglie avventurarsi con barche così piccole, da un paio di metri; e poi dicono degli scafisti libici. Ma quando ho notato che la stessa imbarcazione sormontava auto reduci dalla montagna o da località remote da mari e laghi, ho avuto la macabra intuizione: quelle auto tristi che tornano dalle ferie recano un feretro sulla cappotta.
Esclusa l’ipotesi che siano vacanzieri previdenti che oltre la valigetta dei medicinali si portano la bara in caso di malore irreparabile, così da evitare lunghe attese per i soccorsi e non pregiudicare le vacanze dei congiunti, già pagate, ho provato a congetturare il contenuto della bara: 1) è il nonno deceduto ma non dichiarato, per continuare a riscuotere la sua pensione (occultamento itinerante di cadavere); 2) è la nonna a cui avevano promesso di portarla in vacanza, lei è deceduta ma la promessa è stata mantenuta (turismo postmortem); 3) è un parente tumulato sul portabagagli per il costo esagerato dei loculi (la tombamobile, che col Suv diventa una cappella ambulante); 4) hanno ucciso qualcuno ma non sapendo dove nasconderlo e premendo le ferie lo hanno portato insieme in vacanza (vittima d’asporto per crimini d’agosto).
Non avevo pensato che gli italiani anche per due settimane di vacanza si portano mezza casa con loro. Ma incolonnati col baule, a passo di funerale, sembrava un rientro col morto.
http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/rientro_vacanze_morto/29-08-2011/articolo-id=542548-page=0-comments=1
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