LA DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA. IL REGIME APRE AL MULTIPARTITISMO
Siria, arriva la condanna dell'Onu
La sintesi del testo: «Violazioni dei diritti umani e uso della forza contro i civili da parte delle autorità siriane»
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L'APPELLO DI BAN KI MOON - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha definito mercoledì «oltremodo rivoltante» la violenza con cui il regime siriano reprime le proteste, aggiungendo che tenterà di parlare nuovamente con il presidente Bashar al Assad. «Il mondo ha visto il deterioramento della situazione in Siria con profonda inquietudine - ha detto Ban dopo l'approvazione dal parte del Consiglio di sicurezza della dichiarazione di condanna delle violenze - Ma gli avvenimenti di questi ultimi giorni sono oltremodo rivoltanti». «Continuare così - ha sottolineato - non è sostenibile». Assad «non può e loro non possono continuare a uccidere il proprio popolo». Il segretario generale dell'Onu ha quindi rinnovato l'appello al presidente siriano perchè fermi la violenza, attui le riforme promesse e permetta alle organizzazioni umanitarie di recarsi nel Paese.
LA PARZIALE APERTURA DEL REGIME - Il presidente Bashar al Assad ha promulgato un decreto che autorizza in Siria il multipartitismo, che rende la misura applicabile immediatamente, senza attendere un voto parlamentare. L'apertura al multipartitismo, e la fine del monopolio del partito Baath al potere, era una delle principali richieste dell'opposizione siriana e della comunità internazionale al regime di Damasco.
LA POSIZIONE DELLA FARNESINA -«È un passo importante, che mostra come stia crescendo la coesione della comunità internazionale nel chiedere a voce alta la fine delle repressioni violente contro i civili in Siria». Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha commentato il documento di condanna della repressione in Siria, approvato oggi dal consiglio di sicurezza dell'Onu. «Ci auguriamo - ha aggiunto - che questo messaggio venga recepito positivamente e immediatamente dalle autorità di Damasco per la cessazione immediata delle violenze e che le autorità siriane diano corso concreto a riforme che rispondano alle legittime aspettative della popolazione».
IL BILANCIO DEGLI SCONTRI - Circa 300 sunniti hanno manifestato mercoledì sera a Tripoli, nel nord del Libano, contro il presidente siriano Bashar al Assad. I manifestanti si sono radunati davanti ad alcune moschee di Tripoli, seconda città del Libano, dopo la preghiera della sera che segna la rottura quotidiana del digiuno del Ramadan. «I musulmani si sono uniti», «se Allah vuole, il regime cadrà durante il Ramadan», hanno scandito i manifestanti, che hanno sfilato per le strade della città guardati a vista da un importante apparato di sicurezza. Quattro civili sono stati uccisi mercoledì sera dalle forze di sicurezza fedeli al regime siriano durante alcune manifestazioni di protesta in tre città della Siria: lo ha affermato Rami Abdel Rahmane, capo dell'Osservatorio siriano sui diritti umani, precisando che l'esercito ha sparato sulla folla dopo la fine della preghiera della sera. Ieri decine di migliaia di persone hanno manifestato a Damasco e in molte città del paese: numerosi sono stati gli scontri con le forze dell'ordine, che hanno aperto il fuoco. «Quattro martiri» hanno perso la vita e «decine di persone sono rimaste ferite dai colpi d'arma da fuoco delle forze di sicurezza», ha confermato Rahmane. In particolare, due persone sono state uccise a Damasco, una a Doa e un'altra a Palmyre.
Redazione online
04 agosto 2011 08:45
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