Sesto, ultimo saluto al poliziotto investito domenica sulla A14 mentre soccorreva una famiglia di francesi. Il questore Marangoni ai figli dell'ispettore: "Siate orgogliosi di lui"
di Rosario Palazzolo
Sesto San Giovanni, 17 agosto 2012 - Un bambino che chiede silenzio per poter ricordare il papà. Che prega San Pio, sperando che possa prendersi cura di lui ora che è al cospetto del Signore. Un bambino che chiede attenzione per la madre, distrutta dal dolore. È stata affidata ai sentimenti semplici di Andrea, 12 anni, figlio primogenito di Antonio Crisafulli (foto), l’omelia delle esequie di Stato per l’ispettore di polizia di Sesto San Giovanni, falciato domenica mattina sulla A14 a Fano, mentre cercava di portare soccorso ad una famiglia francese, intrappolata nella vettura cappottata sulla corsia opposta.
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A far riecheggiare i suoi pensieri nella basilica di Santo Stefano, nel cuore di Sesto, è stato il cappellano della Polizia di Stato don Fabio Fantoni. Lasciando la retorica, il prete ha preferito ricordare il colloquio intercorso con il piccolo Andrea, all’indomani della morte del papà. «Andrea chiede silenzio, perché questo è il funerale di suo papà, una persona che ha fatto tanto - ha spiegato il sacerdote - e nella vita più che parlare è nostro dovere fare le cose».
In una basilica gremita come mai ci si sarebbe aspettati a metà agosto, l’ispettore Antonio Crisafulli è stato salutato per l’ultima volta ieri pomeriggio con gli onori di un funerale di Stato.Un riconoscimento che lascia intendere che la sua morte sarà considerata «per causa di servizio»,benchè il poliziotto fosse formalmente in ferie domenica scorsa, quando ha deciso di scavalcare il guard rail per salvare una famiglia intrappolata tra le lamiere.
Ad attenderlo c’erano i colleghi del commissariato, molti dei quali rientrati prima dalle vacanze per essere al suo fianco un’ultima volta. C’erano il vice capo della Polizia, Nicola Izzo, il vice prefetto di Milano, Vittorio Zappalorto, il questore Alessandro Marangoni, i sindaci di Sesto San Giovanni e di Lissone, Monica Chittò e Concetta Monguzzi, oltre a Giovanni Miasi, primo cittadino del piccolo comune messinese di Roccalumera dove Antonio Crisafulli era nato cinquant’anni fa.
Centinaia di uomini di tutti i corpi delle forze dell’ordine ma soprattutto una miriade di cittadini comuni hanno reso omaggio ad un uomo che non avevano mai conosciuto, ma che con il suo gesto è entrato nel cuore di molti. Era presente anche il vice console francese Pascale Gay Gressin, per sottolineare la gratitudine del suo popolo a Crisafulli.
La bara è stata avvolta in una bandiera tricolore, come si conviene ad un eroe. Il questore Alessandro Marangoni, visibilmente commosso, ha preso la parola al termine della celebrazione religiosa. «Andrea, Cristian - ha detto riferendosi ai figli - ricordate vostro papà con orgoglio, perché lui è un eroe, un eroe moderno. E sono certo che ogni volta che sarete in difficoltà lui saprà essere accanto a voi. Noi siamo orgogliosi di essere suoi colleghi perché ci ha dato un esempio di come una professione difficile deve essere vissuta ogni giorno fino in fondo, anche a costo di un sacrificio così estremo». Crisafulli è stato poi tumulato a Senago, nella tomba di famiglia della moglie.
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