mercoledì 1 agosto 2012

X AGOSTO Pascoli Giovanni

X AGOSTOPARAFRASI
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.


Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
San Lorenzo, io lo so perché un così gran numero
di stelle nell’aria serena
s’incendia e cade, perché un così gran pianto
risplende nel cielo.


Una rondine ritornava al suo nido:
l’uccisero: cadde tra rovi spinosi:
ella aveva un insetto nel becco:
la cena per i suoi rondinini.




Ora è là, morta, come se fosse in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e i suoi rondinini sono nell’ombra, che attendono,
e pigolano sempre più piano.




Anche un uomo tornava alla sua casa:
lo uccisero: disse: Perdono;
e nei suoi occhi sbarrati restò un grido:
portava con sé due bambole per le figlie...




Ora là, nella solitaria casa,
lo aspettano, aspettano invano:
egli, immobile, stupefatto mostra
le bambole al cielo lontano.




E tu cielo, dall’alto dei mondi
sereni, che sei infinito, immortale
inondi con un pianto di stelle
quest’atomo opaco del male!


CARATTERISTICHE DOMINANTI DELLA POESIA:
COMPONIMENTO METRICO : La poesia è composta da sei quartine in cui si alternano endecasillabi e novenari piani in rime alternata. (ABAB CDCD…)
FIGURE RETORICHE D’ORDINE DI SIGNIFICATO : metonimia (il suo nido che pigola)e (al suo nido), similitudine (come in croce) personificazione del Cielo; parallelismo tra la rondine e il padre
FIGURE RETORICHE D’ORDINE: anafora ( ora è la, ora è là; aspettano aspettano), Ritornava una rondine al tetto = iperbato,  
Nella prima strofa : troviamo nei primi due versi una consonanza della lettera L e un’assonanza tra le parole “arde e cade”. Nel primo verso invece troviamo un enjambement.
Nella seconda strofa : contrariamente troviamo in tutta la strofa una consonanza della lettera "R" e nel secondo verso si ha una cesura ad " uccisero".
Nella terza strofa: Nel primo verso si ha un enjambement
Nella quarta strofa: Nel secondo verso ci sono due cesure e una rima interna (mondi/inondi).
In tutta la poesia si ha un climax ascendente ed è circolare. 
Titolo: Dall’analisi delle poesie pascoliane, per quanto riguarda la funzione del titolo, c’e una forte prevalenza di titoli con fine informativo attraverso i quali il poeta fornisce informazioni riguardanti il tema della poesia stessa. Si può notare anche l’uso non raro di titoli a scopo interpretativo, mediante i quali il Pascoli agevola al lettore la comprensione di ciò che la poesia vuole comunicare.
In questo caso il titolo è informativo e dà il tema
Ambientazione: L’ambientazione è il passato con particolare riferimento alla morte del padre
INTENZIONE COMUNICATIVA
Questa poesia rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita di Pascoli. Infatti il giorno di San Lorenzo, ovvero il 10 agosto Pascoli, ricorda la morte del padre assassinato mentre tornava a casa. Attraverso essa il poeta, infatti, vuole comunicare al lettore la sua tristezza per la mancanza del padre assassinato e la accentua mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini e il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie, in modo tale da sottolineare l’ingiustizia e il male che prevalgono su questa terra .
Il nido e la casa, per di più svolgono il ruolo di metafora degli unici rapporti d'amore possibili in un mondo d'insidie e di contrasti.
A partecipare a questa tragica situazione vi è, non solo Pascoli in persona, ma anche il Cielo che con, appunto, la notte di San Lorenzo famosa per il fenomeno delle stelle cadenti, raffigura il pianto.
Successivamente la figura del cielo si contrappone a quella della terra. Il cielo è infinito, immortale, immenso, mentre la terra non è altro che un piccolo atomo di dolore.
In conclusione, secondo Pascoli, il cielo di fronte a questo triste fatto invade la terra con un pianto di stelle.
Secondo me, emergono in questa poesia i tre grandi temi di Pascoli su cui, incentrava la sua poesia: il simbolo del nido, la sofferenza e il mistero del male.
Il nido che intendeva Pascoli era il nucleo familiare, la protezione dei conoscenti più stretti dove ogni uomo può rifugiarsi. Nella poesia il nido è evidenziato bene perché, oltre al padre che tornava alla propria casa, c’è un paragone con una rondine che torna al suo “nido” ; ma entrambi sono aspettati invano dai familiari: questi versi sono, secondo me molto autobiografici perché descrivono una sensazione che lui ha provato veramente. Subentra in questo tema, anche l’amore familiare, la tenerezza e la gioia di un padre che torna a casa con doni, ma per Pascoli, quella sera, c'è stata una mancanza, una delusione, che si riflette sul suo senso di giustizia e nel mistero del male.
PROBLEMATICA AFFRONTATA
I temi che prevalgono in tutte queste poesie sono in primo luogo:
- la morte in parallelo alla forte sofferenza;
- il sentimento di tristezza nei confronti del presente .
Detto ciò, dopo aver quindi, analizzato alcune poesie del Pascoli, possiamo affermare che nella maggior parte dei casi il poeta esprime un profondo desiderio di morte in parallelo alla voglia di rincontrare i suoi cari e di sentirsi per la prima volta finalmente un po’ felice. Infatti come afferma in numerose sue opere, egli non lo è mai stato, e vorrebbe per questo ripararsi dal mondo che lo circonda per aspettare in piena tranquillità la sua pace eterna. Quindi si può dire, che fa riferimento ai ricordi del passato,e soprattutto delle sofferenze e delle pene dell’infanzia. Con questa poesia il poeta vuole trasmettere la sua sofferenza per la morte del padre, evento improvviso, passato, lontano, ma forte ricordo che spinge il poeta a rimanere ancora legato all’illusione di rivedere il genitore un giorno ritornare a casa (sottolineata dall’anafora di “aspettano” e dall’enumerazione per asindeto, la quale crea un’atmosfera di attesa) e, quindi, a non rassegnarsi alla sua perdita. La rassegnazione, infatti, è sostituita dalla necessità del poeta di trovare un colpevole.
COLLEGAMENTO CON ALTRE POESIE
Leggendo le altre poesie ho notato che molte parlano della morte del padre di Pascoli, L'ASSIUOLO, ma una in particolare NOTTE DI NEVE mi ha colpito molto. Leggendo il titolo di questa poesia mi sono chiesta: Come si può associare l’immagine di una notte magica, in cui la neve dolcemente cade, al tema della morte? In apparenza tale paragone sembra insensato, ma per Pascoli, invece, non lo è. Egli, ancora una volta, attraverso la poesia “Notte di neve” (titolo interpretativo), ha voluto esprimere se stesso trovando nella realtà che lo circonda un chiaro esempio della sua sofferenza e del suo desiderio di pace eterna, che può essere esaudito soltanto attraverso l’arrivo della morte tanto attesa. Come si può notare, il bisogno del poeta di “liberarsi” dal proprio dolore e di trovare finalmente la serenità è evidenziato dalla parola chiave “pace”, la cui ripetizione (anafora) nel penultimo verso appare come un grido d’aiuto, che rompe il silenzio della notte. Inoltre, Pascoli “gioca” molto con le associazioni allo scopo di caricare di significato la poesia. Egli, infatti, attraverso l’espressione “bianca oscurità” (ossimoro), sottolinea la contrapposizione e, nello stesso tempo, la somiglianza tra la neve candida e il buio. La prima, di fatto, è vista come un “chiarore ampio e fugace” che esprime la tranquillità, la quiete tanto ricercata dal poeta, mentre l’oscurità (e il “cielo nero”) nasconde agli occhi di quest’ultimo la serenità, mostrandogli, però, l’unica possibilità per porre fine al suo tormento: la morte. Lo stesso discorso vale per l’antitesi (e, anche, personificazione e chiasmo) tra “grida la campana” e “l’ombra tace”. Il grido, infatti, sottolinea la necessità del poeta di trovare la pace, mentre il silenzio richiama l’atmosfera che si crea al momento della morte. Infine, si può affermare che “Notte di neve” è un chiaro esempio di come, si possa trasmettere ciò che è nascosto nel profondo dell’anima.
COLLEGAMENTO CON LA POESIA DELL’AUTORE
Come ho detto sopra Pascoli, in molte poesie costruisce un forte contrasto tra illusione e realtà. Lui tratta soprattutto la morte dei suoi familiari.
Egli afferma che all’interno di ogni uomo vive un fanciullo che, grazie alla sua innocenza e alla sua sensibilità, è capace di penetrare nel cuore delle cose e di scorgerne il senso profondo. La vera poesia è l’espressione di questofanciullino che è in noi. Pascoli,inoltre, spiega che il poeta è colui che sa ascoltare ed esprimere quella parte dell’animo che rimane fanciullo e, come un fanciullo, egli sa cogliere la gioia e la malinconia degli eventi.
http://www.bibliolab.it/pascoli/XAGOSTO.html

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