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Dall’Imu all’incremento delle rendite catastali, dall’aumento dell’addizionale regionale Irpef al bollo sui conti, dalle imposte sulle attività finanziarie detenute all’estero all’imposta di bollo sulle attività finanziarie “scudate”, dall’addizionale erariale alla tassa automobilistica regionale alle tasse sulle barche e sugli aerei, dall’aumento delle accise su gasolio, benzina e gpl all’aumento dell’Iva. E ancora: l’aumento della tassa sui rifiuti, la tassa sul Tfr, l’aumento delle accise sul tabacco trinciato, il rincaro del canone Rai, il rincaro dei pedaggi autostradali, l’aumento delle bollette di luce e gas. Fino alle ultime tre gabelle: l’Imu sugli immobili commerciali della Chiesa, lo sblocco del tetto sulle aliquote delle imposte locali, il bollo dell’uno per mille sui conti di deposito bancari e postali e i certificati di deposito che erano rimasti esenti dal pagamento nella precedente manovra finanziaria di dicembre.In tutto sono 53 le nuove tasse introdotte dal governo Monti. Le ha elencate tutte il giornalista Franco Bechis in un suo articolo pubblicato sul quotidiano Libero.
Sul totale, particolarmente elevato, pesa il fatto che nell’elenco sono riportate tutte le autostrade che hanno aumentato il pedaggio: in tutto sono 20.
In ogni caso, in soli 100 giorni di governo resta un numero di tasse introdotte o aumentare particolarmente elevato. Una vera stangata.
Lo stesso Franco Bechis scrive:
Così le 50 stangate di Monti che erano contenute nella manovra di dicembre sono già diventate 53, e si pecca per difetto. Perché nell’ultimo decreto legge varato dal consiglio dei ministri venerdì scorso sono decine gli articoli che prevedono un inasprimento del prelievo fiscale sui cittadini. Una ventina incrementano sanzioni amministrative e decrementano agevolazioni fiscali (cioè aumentano le tasse) in una lunga casistica esaminata a cavallo fra evasione ed elusione, dai confini assai estesi e un pizzico labili.E ancora:
Come maggiori tasse sono anche quelle che d’ora in avanti potranno mettere gli enti locali su imprese e cittadini del proprio territorio. A dicembre il governo aveva regalato alle Regioni (punendo i contribuenti) un innalzamento dell’Irpef di propria competenza, portando l’ali – quota minima prevista dallo 0,9% all’1,23%. Caso clamoroso di violazione delle norme dello Statuto del contribuente, perché quella tassa che è andata a colpire anche redditi assai bassi è stata retroattiva al primo gennaio 2011. Così il prelievo è già scattato sulle buste paga nel mese di gennaio o al più tardi in questo mese di febbraio. Ora arrivano due novità dal fisco locale: la prima è sulla Tares, per cui si affida alla Agenzia del Territorio la valutazione della superficie catastale su cui applicare il nuovo tributo comprensivo di tassa sui rifiuti e vari servizi locali. La seconda novità è quella dello «sblocco» dei tributi comunali e regionali, perché tutte le tasse territoriali erano state congelate fino alla piena attuazione del federalismo fiscale, anche per non fare confusione con i nuovi tributi lì previsti. Con lo sblocco possono aumentare tutte le aliquote delle imposte locali, meno quelle- relative al 2012- che erano già state formalizzate in decisioni pubblicate fra il primo di gennaio e la data del decreto legge sulla semplificazione fiscale.
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