venerdì 23 marzo 2012

Dall’idealismo alla corruzione, solo andata

Non c’entra più Berlusconi, non ci sono di mezzo la Dc, Craxi e affini. Il malaffare tocca ora chi aveva forti mo­tivazioni ideali: tanti di sinistra, leghisti ed ex An
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Non c’entra più Berlusconi, non ci sono di mezzo la Dc, Craxi e affini. Il malaffare tocca ora chi aveva forti motivazioni ideali: tanti di sinistra, leghisti ed ex An.
La Camera dei deputati
La Camera dei deputati
Da dove nasce questa nuova ondata? Non basta dire l’indole italiana, il contagio o l’occasione fa l’uomo ladro. Questo spiega il come, non il perché. Si dice corrotto un corpo morto o infetto. Per un corpo morto, corrotto sta per putrefatto; e la politica italiana è decomposta tra carcasse di ex-partiti, ed è putrefatta, anzi putrefaziosa, morta nelle idee ma ancora faziosa. Ma si dice corrotto anche un organismo degenerato.
La corruzione sorge quando muore o si altera la motivazione originaria che ha spinto a far politica. I partiti pragmatici nascono cinici, la carriera prevale sulla militanza. Ma ai partiti idealisti si aderiva per convinzione e non per convenienza.
Quando le motivazioni non contano più, si perdono gli scopi originari. C’è una fase di passaggio,pseudo-machiavellica: i fini giustificano i mezzi e allora si diventa cinici per la Causa. Poi i fini, impraticabili, spariscono; e allora i mezzi sostituiscono i fini. Si ruba prima per il partito, poi per la corrente, infine per sé stessi. «Se la casa brucia voglio scaldarmi anch’io», dice in veneziano un personaggio goldoniano. Il tonfo è più forte per gli utopisti, perché più è larga la forbice tra la società perfetta e irraggiungibile che si idealizza e la società imperfetta in cui viviamo, più spazio si apre alla corruzione, che riempie quel vuoto. Così l’incorruttibile si corrompe, ma da indignato.

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