In principio gli italiani furono militanti politici. Poi diventarono clienti e sudditi per comodità reciproca. Dopo si sono scoperti rassegnati e apolitici. Quindi sono passati all’antipolitica
In principio gli italiani furono militanti politici.
Poi diventarono clienti e sudditi per comodità reciproca.
Dopo si sono scoperti rassegnati e apolitici.
Quindi sono passati all’antipolitica.
Oggi apprendo che stanno nascendo nel nostro Paese gruppi di volontariato politico. Ci sono anche siti per chi voglia approfondire e iscriversi. Di che si tratta? Di cittadini, non solo giovani, che decidono di affiancare i partiti a prescindere dalle convinzioni politiche, al puro scopo di aiutare la politica a rendersi utile, efficace e credibile. È una rivoluzione: il politico considerato come disabile da assistere e da soccorrere.
Con tutto il rispetto per i veri disabili portatori di handicap, a me sembra una svolta straordinaria.Basta con l’attaccare i politici e con l’insultarli per la loro incapacità, sono creature bisognose d’aiuto, carenti di dotazioni primarie, vanno assistite. Ogni politico ha bisogno di un badante, di un tutor che spinga la sua carrozzella politico-parlamentare e lo aiuti ad abbattere le barriere architettoniche che gli impediscono di rendersi utile.
In questa luce, anche quelli che noi consideriamo odiosi privilegi diventano aree protette, parcheggi riservati, accessi facilitati per una classe politicamente disabile e dunque bisognosa di agevolazioni speciali.
Voi direte che sarebbe più semplice mandarli a casa, ma non disperate; le cose cambiano se rovesciamo il rapporto assistenziale e da protettore lo declassiamo a protetto.
Diamo un tutor al politico, da solo non ce la fa.
Poi diventarono clienti e sudditi per comodità reciproca.
Dopo si sono scoperti rassegnati e apolitici.
Quindi sono passati all’antipolitica.
Oggi apprendo che stanno nascendo nel nostro Paese gruppi di volontariato politico. Ci sono anche siti per chi voglia approfondire e iscriversi. Di che si tratta? Di cittadini, non solo giovani, che decidono di affiancare i partiti a prescindere dalle convinzioni politiche, al puro scopo di aiutare la politica a rendersi utile, efficace e credibile. È una rivoluzione: il politico considerato come disabile da assistere e da soccorrere.
Con tutto il rispetto per i veri disabili portatori di handicap, a me sembra una svolta straordinaria.Basta con l’attaccare i politici e con l’insultarli per la loro incapacità, sono creature bisognose d’aiuto, carenti di dotazioni primarie, vanno assistite. Ogni politico ha bisogno di un badante, di un tutor che spinga la sua carrozzella politico-parlamentare e lo aiuti ad abbattere le barriere architettoniche che gli impediscono di rendersi utile.
In questa luce, anche quelli che noi consideriamo odiosi privilegi diventano aree protette, parcheggi riservati, accessi facilitati per una classe politicamente disabile e dunque bisognosa di agevolazioni speciali.
Voi direte che sarebbe più semplice mandarli a casa, ma non disperate; le cose cambiano se rovesciamo il rapporto assistenziale e da protettore lo declassiamo a protetto.
Diamo un tutor al politico, da solo non ce la fa.
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