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lunedì 28 ottobre 2013

Camera alcolica: notte di follia a Montecitorio

Primo Piano 28 ottobre 2013

Camera alcolica: notte di follia a Montecitorio

La denuncia è di Daniele Farina, deputato di Sinistra e Libertà: "Sarebbe opportuno che dopo le 22 la buvette non vendesse più alcolici". Già, perché la seduta notturna della notte precedente è stata a dir poco scoppiettante. Una "serata alcolica". Alla Camera. Prima il leghista Gianluca Bonanno, della Lega Nord, che si accanisce con i comunisti. Quindi il grillini Girgis Giorgio Sorial, nelle vesti di un profeta. Gianluca Vacca, altrettanto grillino, si cimenta in una "presentazione postuma". Poi il deputato Piccone: "Vado a dormire, sono stufo di sentire cagate". Il pentastellato Colletti, dunque, si interroga sul troppo "libertinaggio" in aula (e giù grasse risate, con la presidente di turno sempre più indaffarata per cercare di mantenere l'oridine). Ma non è finita: altre parolacce, altri interventi sconclusionati. Mattatori dello show sono i grillini: ammiccano, sorridono, si producono in interventi campati in aria. Tutto ciò è accaduto nella notte tra il 23 e il 24 ottobre. Forse, il deputato Farina, non ha tutti i torti...

domenica 25 agosto 2013

Camera,la Boldrini rifà la cancelleria: chiamatela “la" presidente


Camera, la Boldrini rifà la cancelleria: chiamatela "la" presidente

La carta intestata recita: "Il presidente della Camera". Lady Sel la manda al macero per ristamparla al femminile

23/08/2013
CHIAMATEMI "LA" PRESIDENTE
La Boldrini rifà la cancelleria 
soltanto per un articolino
Laura Boldrini
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Avrà anche l’approvazione dell’Accademia della Crusca e di quella dei Lincei, oltre che della Società Dante Alighieri; però lei: lady Laura B., terza carica  dello Stato, poteva anche sorvolare sulla frivolezza. Ed evitare di far finire nel pattume, come segno di eterna vittoria del privilegio sulla spending review, chili e chili di carta intestata. Tutto perché lei, la signora eletta cinque mesi fa come simbolo della stagione del rigore che avrebbe dovuto cambiare il vento, è “la” presidente. E non “il” presidente della Camera. 
Come, prima di lei, lo sono stati Fini, Bertinotti, Casini, Violante. E anche Irene Pivetti, che a differenza di Laura Boldrini, teneva a farsi chiamare “il” presidente. E in totale coerenza, non si è preoccupata di sostituire la carta intestata. «Essendo un termine neutro e ambigenere, non ho considerato un problema presentarmi come “il” presidente della Camera», dice oggi Irene Pivetti, «se è vero che Laura Boldrini ha eliminato la vecchia carta, ha sbagliato. Avrebbe potuto tenerla, evitando a chi verrà dopo di lei, di dover ricomprare altre risme e rifare tutto».
Invece no. “La” terza carica dello Stato, per alcuni «Schizzinosa», per altri «Radical chic» e anche «Sprecona», in cinque mesi di alto scranno, non ha dimostrato di essere (come andava proclamandosi) l’emblema della nuova sobrietà. Quattro milioni di euro per il nuovo sito, per esempio. Chi ha pensato potesse essere il pretesto per inviare qualche e-mail in più e risparmiare sulla carta, ha sbagliato di grosso. Hai voglia Francesco Storace che scrive alla segreteria generale per «fare piena luce sula vicenda». Niente da fare: la signora che doveva essere la chiave anti-casta in tempo di crisi, le sue rimostranze ai deputati che in aula non si comportano secondo lo stile a “lei” consono, preferisce stamparle sulla nuove lettere personalizzate.
È successo col deputato della Lega Nord, Gianluca Buonanno, redarguito con missiva di censura per essere stato polemico nei confronti della presidente e per avere usato (a detta di lei) un «linguaggio sconveniente nel dibattito parlamentare». Gianluca Buonanno si indigna: «Quando ho ricevuto la lettera di censura della Boldrini, sono rimasto di sale nel leggere l’intestazione. È una questione di principio: la signora doveva consumare la carta già disponibile prima di acquistarne altra nuova, per autodedicarsela. I problemi sono altri: a cominciare dal fatto che dovrebbe ricoprire la carica che rappresenta nel segno, se non del risparmio, almeno evitando inutili sprechi. E poi io sarei il maleducato, solo perché la invito a lavorare e manzonianamente la definisco donna Prassede».
Anche i più illustri linguisti come Luca Serianni e Giovanni Gobber, spiegano che «nonostante possa suonare ironico l’uso di termini volti al femminile, come: “l’avvocata” “la magistrata” o “l’assessora”, la cosa non costituisce errore. Perché la lingua flette una condizione. E oggi molte donne ricoprono ruoli un tempo rivestiti dagli uomini. Dire la presidente è dunque linguisticamente corretto», sottolinea Luca Serianni. «Va benissimo, il nome (che viene da un participio) sfrutta una possibilità che l’italiano dà. Ma nel caso della Boldrini, c’era proprio bisogno della targa?», aggiunge e si chiede Giovanni Gobber. Evidentemente Laura ne aveva bisogno. Alla faccia dei costi di Montecitorio che continuano a lievitare. Nei primi sei mesi del 2013 la spesa è aumentata di quattro milioni rispetto al 2012. Stando ai dati del sistema informativo contabile della Camera dei deputati, da inizio anno a giungo, il bilancio si è chiuso con un conto di 110 milioni (109.809.654,17), lo stesso semestre del 2012 si era fermato a 105.  Del resto non si rinuncia ad alcun privilegio: per i deputati divani griffati, servizi fotografici, corsi d’inglese (puntualmente disertati). E poi le pulizie: quelle sono già costate mezzo milione; le spese mediche toccano invece 200 mila euro al mese. Alcune  voci di spesa certificano che i soldi volano fuori dalle finestre della Camera e che la casta gode ancora di ottima salute. Chi fosse scettico in proposito, può dare un’occhiata al conto degli acquisti librari (836 mila euro) e a quello di gestione: 2,4 milioni, non mancano preziosi lavori di rilegatura da 37 mila euro. La passione bibliofila dei nostri politici può sembrare bizzarra, ma mai come quella dei corsi d’ informatica totalmente inefficaci sui signori deputati; eppure sono già costati 180 mila euro. Sarà per questo che “la” presidente, tra il «soporifero» e lo «schizzinoso» come da destra a sinistra dicono, preferisce la carta a  “lei” medesima dedicata?


di Cristiana Lodi

mercoledì 7 agosto 2013

ETERNA SOLITUDINE Fini, la suo foto arriva a Montecitorio. Mala "sistemano" vicino alla porta... Il ritratto di Gianfranco entranella galleria dei presidenti della Camera. Ma sta vicino allaporta: "Non c'era più spazio..."

Ve lo ricordate,Gianfranco Fini? Dal Parlamento è stato fatto fuori con le scorse elezioni. Ma la "prassi istituzionale" lo ha riportato dentro. Con una foto. Terminato il suo compito da presidente della Camera, gli spetta un posto d'onore nella galleria di Montecitorio dove campeggiano tutti i ritratti e le foto di chi è stato seduto nello scranno più alto della Camera. Cinque mesi dopo dalla sua ultima seduta ecco che Gianfry ritorna alla Camera. Ma a quanto pare non è stato fortunato. Come racconta Linkiesta.it, il ritratto di Fini è stato sistemato sulla parete del lungo corridoio. Peccato che la posizione sia davvero "scomoda". Fini è stato sistemato in fondo alla sala, vicino alla porta. Vicino non ha nessuno. La solitudine continua a perseguitarlo. Di fronte ha le foto di Luciano Violante, Fausto Bertinotti, Irene Pivetti e Pier Ferdinando Casini. Nel corridoio tutti stanno vicini l'uno all'altro, ma lui, Gianfranco Fini, resta da solo. "Che dovevamo fare? - allarga le braccia il commesso di servizio nella sala - Non c’era più spazio". Triste epilogo di un'avventura politica mai decollata. (I.S.)

venerdì 19 luglio 2013

La Camera spende 4 milioni per "depolverare" i libri

Non bastano i 1500 dipendenti della Camera per mettere a lucido la Biblioteca di Montecitorio la Camera spende un milione di euro all'anno


Melius abundare quam deficere. La sentenza latina sarà sicuramente contenuta in uno dei numerosi libri impolverati e riposti negli scaffali della biblioteca di Montecitorio.
E, nonostante i deputati abbiano di meglio da fare che dedicarsi alla lettura, c'è chi ha comunque pensato alla custodia, distribuzione e "pulizia" del patrimonio librario dellaCamera.
Chi? La Camera stessa, presieduta da Laura Boldrini, che in data 23 maggio ha pubblicato e indetto un bando (scaduto il 9 luglio scorso) dal contenuto a tratti surreale.
Rientra nella categoria di "servizi ricreativi, culturali e sportivi", si intitola "servizio di gestione dei depositi librari" e riguarda "il complesso delle attività di gestione dei depositi della Biblioteca della Camera dei deputati, di circolazione e distribuzione delle pubblicazioni, di fotocopiatura, di depolveratura del materiale librario, nonché lo svolgimento di attività ausiliarie”. Non è un refuso, la depolveratura è proprio una delle mansioni previste. Chissà quanti acari infestano le copertine dei volumi e chissà quanto tempo è passato dall'ultima volta che qualche parlamentari si è sognato di sfogliarne qualcuno, di questi volumi. 
Ma al di là delle battute, come segnalato dal Portaborse.com, non bastano i 1551 dipendenti di Montecitorio, così come evidentemente serve ad altro lo specifico servizio Biblioteca già esistente a Montecitorio. Per armarsi di spazzola e pulire i voluminosi tomi ci vuole altro personale. Precisamente 26 unità "per una prestazione effettiva pari a un monte ore di complessive 37548 ore all'anno", si legge sul bando pubblicato sul sito della Camera. Il tutto per un valore complessivo di quattro milioni di euro in 4 anni. Un milione all'anno per lucidare il patrimonio della Biblioteca.

martedì 16 luglio 2013

La casta nella casta: i dipendenti della Camera dei Deputati



Sto leggendo circa i privilegi riservati al personale dipendente della Camera dei deputati: sono 1.551 "lavoratori" e oltre ad avere stipendi faraonici e sproporzionati alle mansioni (barbieri, uscieri che arrivano a guadagnare 10.000€ al mese: i più pagati sono i consiglieri, che con quasi 300mila euro lordi all'anno guadagnano quasi come un deputato...) hanno anche immensi benefit a livello di FaERIE: mentre ad un metalmeccanico spettano 24 giorni all'anno, un poliziotto 28, ai dipendenti della Camera, lavoro noto per essere usurante e logorante, spettano - in base al ruolo ricoperto - 38 o 41 giorni all'anno: che possono lievitare facendo gli straordinari, che vengono convertiti in ore di ferie. Possono accumulare ferie illimitatamente, per poi goderle a fine carriera e andare in pensione 2-3 anni prima: è il caso di alcuni dipendenti che attualmente hanno accumulato oltre 500 giorni di ferie; ce ne sono svariate decine che ne hanno più di 400 giorni, e molti altri che ne stanno accumulando, così a fine carriera quando il numero dei giorni accumulati sarà pari a quelli necessari per la pensione, le godono tutte e per 2-3 anni percepiscono l'intero stipendio per poi entrare in pensione. Praticamente è una "pensione anticipata" di fatto: NON PREVISTA PER I LAVORI USURANTI, ma prevista per i lavoratori di Montecitorio...

LA BOLDRINI AVEVA PROMESSO CHE AVREBBE RIDOTTO QUESTI SCANDALI, MA SEMBRA ESSERSENE DIMENTICATA...

Dopotutto se guadagnassero quanto i "comuni mortali" ci sarebbe il rischio che iniziassero a raccontare all'esterno ciò a cui assistono dentro quelle mura, mentre ben prezzolati dalla casta, si guardano bene dal farlo: come i commessi trovati dalle "Iene" fuori dal parlamento, impegnati a trasportare borsate di spesa a casa di qualche deputato, cosa NON PREVISTA dai regolamenti (vedihttp://www.nocensura.com/2012/04/scandalo-della-spesa-esce-da.html) hanno tenuto la bocca cucita, mantenendo fitto mistero sulla destinazione delle borsate di spesa pagate dai contribuenti...


 

Alessandro Raffa, portavoce di Nocensura.com 

sabato 23 febbraio 2013

VERSO LE ELEZIONI Ecco una breve guida per le urne tutto su come e quando si vota


Ecco una breve guida per le urne: 
tutto su come e quando si vota
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Mancano un giorno al voto. Tra simboli, partiti, e candidati premier l'elettore potrebbe trovarsi spaesato quando avrà la matita in mano al seggio. Ecco in breve come si vota:

Chi vota - Sono poco più di 47 milioni gli elettori chiamati alle urne, il 24 e 25 febbraio prossimi, per il rinnovo del Parlamento. A loro vanno aggiunti gli oltre 3,5 milioni di elettori italiani residenti all'estero. Più precisamente, gli elettori residenti in Italia sono, per la Camera dei Deputati, 47.154.711, di cui 22.644.738 uomini e 24.509.973 donne; per il Senato della Repubblica 43.224.709, di cui 20.628.247 maschi e 22.596.462 femmine, che eleggeranno 618 deputati e 309 senatori. Le sezioni saranno 61.598. Gli elettori della circoscrizione estero sono per la Camera dei Deputati 3.576.601 e per il Senato della Repubblica 3.234.618 ed eleggeranno 12 deputati e 6 senatori. Dunque, in totale, a eleggere il Parlamento italiano sono chiamati 50.731.312 elettori, ovvero quasi 51 milioni di italiani.
Quando si vota -  Gli elettori possono votare dalle ore 8 alle ore 22 del 24 febbraio e dalle ore 7 alle ore 15 del 25.
Come si vota -  Sia per l'elezione della Camera dei deputati (Scheda rosa, 18 anni per andare alle urne) che per quella del Senato della Repubblica (Scheda gialla, 25 anni per votare) l'elettore esprime il voto tracciando un solo segno (una X o un semplice tratto) sul solo contrassegno della lista prescelta. Non è possibile manifestare "voto di preferenza"; la lista di candidati è, infatti, "bloccata", cioè i nominativi sono presentati in un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto sul solo contrassegno della lista che si vuole votare e non sull'intera coalizione. Se il segno dovesse invadere altri simboli, il voto si intende riferito al contrassegno su cui insiste la parte prevalente del segno stesso ed è dunque valido. In Valle d'Aosta (Camera dei deputati) e in Trentino-Alto Adige (Camera dei deputati e Senato della Repubblica), l'elettore esprime il voto tracciando un segno sul contrassegno del candidato.
Composizione Camera e Senato -  Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. E' senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Come si assegnano i seggi - Ai fini dell'elezione della Camera dei deputati, il territorio nazionale è suddiviso in 26 circoscrizioni, oltre alla Valle d'Aosta, che costituisce circoscrizione a sé ed elegge un solo deputato a maggioranza dei voti. Salvo i dodici assegnati allacircoscrizione Estero, il numero dei seggi spettante a ciascuna circoscrizione si ottiene dividendo la popolazione residente secondo i dati dell'ultimo censimento ufficiale per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale. Nessuna regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.
Elettorato attivo -  Votano per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il diciottesimo e il venticinquesimo anno di eta', entro il primo giorno della votazione.
Elettorato passivo -   Possono essere eletti alla carica di deputato e di senatore gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il venticinquesimo e il quarantesimo anno di età, entro il primo giorno delle elezioni. Lo scrutinio, che inizierà lunedì 25, subito dopo la chiusura delle urne, alle ore 15, partirà con il Senato e proseguirà con le schede relative alla Camera.

martedì 25 dicembre 2012

Salasso Tares, verso lo slittamento ad aprile per il pagamento di rifiuti e servizi



Si inizierà a pagare prima delle attuali tasse e tariffe sui rifiuti, e costerà di più perché dovrà finanziare interamente il servizio di igiene ambientale, e dovrà occuparsi anche di illuminazione pubblica, manutenzione delle strade e così via.
Sono queste le caratteristiche della nuova Tares, che sostituirà la Tarsu o la Tia (dipende dal prelievo oggi adottato dal Comune) dal 2013 e chiamerà i contribuenti alla cassa già a gennaio per la prima rata. Contribuenti che, a differenza di quanto accade per l'Imu, non sono rappresentati solo dai proprietari di immobili, perché la Tares si applica a tutti coloro che «occupano o detengono locali o aree scoperte».
A loro puntano già ora le tasse e le tariffe sui rifiuti, e dall'anno prossimo si rivolgerà anche il tributo per finanziare i «servizi indivisibili»: l'illuminazione, appunto, la manutenzione delle strade, e tutte le attività diverse da quelle che, come asili nido o assistenza domiciliare, sono effettuate «a domanda individuale».
È proprio questo secondo aspetto a "garantire" che la Tares costerà per tutti più di quanto pesano oggi Tarsu e Tia. Per finanziare i «servizi indivisibili», in pratica, il Comune applicherà al tributo sui rifiuti una maggiorazione, pari a 30 centesimi (elevabile a 40) al metro quadrato: qualche decina di euro all'anno per abitazioni e negozi, quindi, e un conto più pesante per imprese, uffici, centri commerciali e così via.
In tutto, i contribuenti pagheranno un miliardo di euro all'anno, che lo Stato (cioè la fiscalità generale) "risparmierà" grazie a un taglio equivalente agli ex trasferimenti ai Comuni ora rivoluzionati dalla legge di stabilità.
In molti casi, però, anche la componente rifiuti dovrà aumentare il conto rispetto a quello presentato oggi. Il tributo, infatti, dovrà finanziare integralmente il costo del servizio rifiuti, cosa che oggi accade con sicurezza solo nei Comuni che applicano la tariffa Tia (sono circa 1.300, il 16% del totale).
Nell'altro 84% di enti, che sono ancora fermi alla "vecchia" Tarsu, la situazione varia da caso a caso: in alcuni Comuni gli aumenti degli scorsi anni hanno avvicinato costi ed entrate fino a farli pareggiare, in altri invece c'è ancora una strada più o meno lunga da fare. A Milano, per esempio, la Tarsu è già aumentata nel 2012, passando da 209 a 256 milioni di incasso: per raggiungere i 271,4 milioni di costo del servizio, però, dovrà crescere ancora per raccogliere il 5,4% in più.
A prevedere la Tares è il decreto «Salva-Italia» del dicembre 201, cioè la prima manovra del Governo Monti: a farla entrare concretamente in campo dal 2013, invece, sono i ritocchi alle basi imponibili e al sistema di riscossione previsti dagli emendamenti dei relatori al Ddl di stabilità, che martedì dovrebbe ottenere la fiducia al Senato prima di tornare alla Camera per il via libera definitivo.
Al debutto, la Tares si baserà sulle stesse superfici dichiarate ai fini Tarsu o Tia, e solo quando lo scambio di informazioni effettivo fra Catasto e Comuni sarà attivato (se ne parla da anni) assumerà la propria base imponibile effettiva, cioè l'80% della superficie catastale dell'immobile.
Il pagamento sarà in 4 rate, fissate per legge a gennaio, aprile, luglio e dicembre. Le prime tre rate saranno scandite in base agli importi pagati come Tarsu o Tia nel 2012, a cui si aggiungeranno i 30 centesimi al metro per i servizi indivisibili. Al saldo di dicembre, come accade oggi con l'Imu, gli importi potranno crescere in base alle scelte comunali.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-16/salasso-tares-gennaio-italiani-191724.shtml?uuid=Abm3DlCH

lunedì 29 ottobre 2012

Con Monti al Governo la Camera lavora solo 3 ore al giorno. Ma non dovevano FARE PRESTO!?


I deputati votano ciò che il governo fa, se il governo non fa niente i deputati non votano niente. Da quando Monti è Presidente del Consiglio i lavori d’aula si sono ridotti drasticamente, e questa volta non possiamo dare la colpa ai parlamentari, la dobbiamo dare ad un governo che non ha nulla da mettere all’ordine del giorno. Ma come, dov’è finito l’imperativo FATE PRESTO! Magari se oltre a far presto faceste pure qualcosa non sarebbe male.
I conti che ho fatto io sono presi da dati pubblici che tutti voi potete consultare, basta andare sul sito della Camera dei Deputati, alla voce Resoconti dell’Assemblea e leggere il resoconto della seduta dei giorni che vi interessano. Negli stenografici potrete trovare le date di inizio e fine seduta, ma anche delle varie sospensioni nell’arco della giornata.
Io ho preso a campione due mesi (praticamente tutto il periodo di Monti Presidente), dal 23 novembre 2011 al 23 gennaio 2012. Sommando tutte le ore dei lavori d’aula possiamo osservare che per i giorni presi in considerazione la Camera ha lavorato 108 ore (ho arrotondato per eccesso…), considerando che in media tutti noi lavoriamo 8 ore dal lunedì al venerdì per 4 settimane al mese, in questi 40 giorni hanno votato e discusso per 3 ore al giorno. Anche se in realtà ci sarebbe ancora una precisazione da fare, io ho spalmato le ore su 5 giorni settimanali, ma i lavori alla camera (quelli con votazioni) vanno dal martedì al giovedì, quindi si tratterebbe di 5 ore al giorno per 3 giorni settimanali.

Novembre 2011
Giorni d’aula 23, 29, 30. Svolgimento lavori assemblea 15h 5min
Dicembre 2011
Giorni d’aula 1, 5, 6, 7, 14, 15, 16, 20, 21, 22, 30. Svolgimento lavori assemblea 65h 45min
Gennaio 2012
Giorni d’aula 10, 11, 12, 16, 17, 18, 19, 23. Svolgimento lavori assemblea 27h
Comunque un elogio al governo Monti deve essere fatto, in così poche ore di lavoro sono riusciti a mettere mano alle nostre tasche come nessuno mai.
Poi si stupiscono del fatto che gli italiani imbraccino i forconi….

giovedì 18 ottobre 2012

Assurdo: oltre al vitalizio paghiamo i viaggi anche agli ex deputati



Siamo all'assurdo totale. Nei giorni scorsi "Il Giornale" ha fatto luce sulle spese che i cittadini continuano a sostenere per gli ex deputati: molti dei quali percepiscono un cospicuo vitalizio. Abbiamo speso 800.000 euro per i viaggi degli ex deputati: hanno diritto a rimborsi per le loro attività politiche, un rimborso che per coloro che hanno fatto più legislature arriva a 1.000 euro.


Entrare in Parlamento anche solo
per pochi mesi in Italia è come
vincere al "Win for Life" con la
differenza che tale concorso è
limitato nel tempo....
Coloro che invece hanno ricoperto le più alte carichehanno diritto addirittura ad un "ufficio stampa" di due persone ed in alcuni casi alla scorta: privilegi che sono stati parzialmente aboliti recentemente (a partire dal... 2023) facendo infuriare l'ex Presidente della Camera, Irene Pivetti: che da anni è uscita dal mondo della politica  e si è data alla TV, continuando a beneficiare dei privilegi acquisiti. 

La lista dei privilegi di cui godono i deputati è sconfinata, una parte di questi vengono mantenuti praticamente a vita.

staff nocensura.com

Di seguito l'articolo di Paolo Bracalini per "Il Giornale":
- - - - - Ogni ex deputato che torna a Roma per attività politiche è rimborsato dalla Camera: uno spreco da 800mila euro. E chi ha più legislature alle spalle può arrivare fino a mille euro

«Con quel poco che ci danno come vitalizio, per gente che ha 80 anni e magari è malata, ha difficoltà a muoversi, e deve andare avanti con 4mila euro di pensione. Molti di noi non riescono a campare, e a Roma non ci vengono neppure più» dice con amarezza Gerardo Bianco, ex ministro e presidente dell'«Associazione ex parlamentari», con 1600 associati su 2700 ex deputati e senatori complessivi, vivi e vegeti malgrado le ristrettezze. «Chi come me ha fatto più di 4 legislature arriva a 5.500 euro, ma altri prendono anche meno, la maggioranza è sui 4mila. Ci sono situazioni difficili, oggi mi ha scritto un ex deputato ligure, con tre by-pass, che se la prende con me perché dal 2005 i nostri vitalizi non vengono più adeguati. Per chi ha dedicato la vita alla politica è umiliante. Capisco che rispetto a una pensione di operaio sono tanti soldi, ma altri funzionari dello Stato hanno pensioni molto più alte».

Ristrettezze che poi li tengono lontani dalla vecchia Camera, anche se il viaggio - biglietto aereo o treno - è pagato dalla Camera dei deputati. Il totale spunta nel bilancio consuntivo appena approvato. Ottocentomila euro in un anno per «Rimborsi di viaggio ai deputati cessati dal mandato». Il rimborso spetta agli ex deputati e non agli ex senatori, a cui è stato tagliato nel 2010, insieme a una bella sforbiciata anche sui viaggi degli ex inquilini della Camera (1.650.000 euro, all'anno, in meno rispetto a prima). Si è introdotto poi un sistema che porterà con gli anni all'esaurimento della scorta.
Ma quali viaggi rimborsano? Non le gite al mare o i week end in agriturismo, ma solo i viaggi dalla città di residenza a Roma, motivati per attività politiche legate al vecchio mandato. Per gli ex deputati con più legislature siamo sui mille euro l'anno di rimborsi, ma è impossibile definire una cifra precisa di rimborso spettante agli ex (categoria di cui fanno parte molte meteore, da Cicciolina a Sergio D'Elia al no global Caruso, anche loro tra i possibili beneficiari di viaggi rimborsati). Dipende da due fattori: l'età dell'ex deputato (il contributo cala con l'aumentare degli anni) e la durata del mandato (più soldi per più legislature). «È un meccanismo complicato» conferma l'onorevole questore della Camera, Gabriele Albonetti. Non è chiarissimo che tipo di documentazione debba produrre l'ex deputato (e nemmeno se lo debba fare) per dimostrare che il suo è un viaggio istituzionale a Roma. Comunque sia, stando a quanto dice Bianco, nove legislature da deputato alle spalle, l'assegno mensile della maggioranza degli ex non basta per sostenere trasferte a Roma, poiché l'albergo e il vitto non sono rimborsati, diversamente dai viaggi.
Eppure la spesa della Camera per i vitalizi degli ex tocca una cifra ragguardevole: 96.605.000 euro di «vitalizi diretti» e 24.500.000 di «vitalizi di reversibilità» goduti da vedove e figli. Dentro ci sono anche ex parlamentari per un giorno, come il radicale Luca Boneschi, eletto il 12 maggio 1982, dimessosi il 13 maggio 1982, un giorno dopo. Per quelle 24 ore di duro lavoro Boneschi prende 3.108 euro lordi al mese di pensione. Ma ci sono altri pensionati senza sforzo. Paolo Prodi, fratello di Romano, è stato in Parlamento 126 giorni, per una pensione di 3.108 euro. Stesso vitalizio per Eugenio Scalfari e anche per Toni Negri, che invece lo ha fatto per 64 giorni complessivi. Loro però non fanno parte dell'«Associazione ex parlamentari». «In altri Paesi le associazioni di ex deputati vengono trattate coi guanti bianchi, in Italia invece no. Tra di noi ci sono ex ministri, ex sottosegretari, relatori di finanziarie, gente di grande spessore e competenza, come Visco, Cacciari, Zanone, Filippo Maria Pandolfi». Si sono anche offerti di fare da consulenti, gratis, per il governo, ma Monti non sembra molto interessato. «Ci ha risposto cortesemente - racconta Bianco - che avrebbe tenuto in considerazione la cosa».
Poi più niente. Non vale più la pena di venire a Roma. Nonostante le molte iniziative dell'associazione: convegni sui moti risorgimentali, sul debito pubblico italiano, sui costi della democrazia... E sul nuovo regime sui vitalizi, quello contributivo, introdotto nel 2011. Che ha destato enormi preoccupazioni tra gli ex parlamentari che, confortati dal parere di studi legali, hanno preparato ricorsi per difendere il «diritto acquisito». Se viaggeranno alla volta di Roma, sarà per dibattere in udienza.

fonte: http://www.ilgiornale.it/news/interni/paghiamo-ancora-800mila-euro-i-viaggi-degli-ex-deputati-843613.html

venerdì 6 luglio 2012

Governo, le pensioni d'oro? "non si può toccare diritti acquisiti". E gli esodati?


Il governo: “Un tetto per le pensioni d’oro? Non possiamo toccare i diritti acquisiti”. E quelli degli esodati? E dei poveri pensionati?
Camera dei deputati, mercoledì 4 luglio 2012. Sono in corso le interrogazioni al governo, una in particolare viene illustrata dal deputato leghista Fulvio Follegot. Chiede chiarimenti in merito “alla proposta di introdurre un tetto di 6000 euro netti al mese per le pensioni erogate in base al sistema retributivo”.
Si tratta delle “pensioni d’oro”. Si chiede al governo perché ha esercitato pressioni su un articolo aggiuntivo al disegno di legge della spending review che avrebbe imposto un tetto di 6mila euro al mese sulle pensioni d’oro. Secondo alcuni la norma non è passata perché molti membri del governo sarebbero stati colpiti proprio dal “taglio”.
E il Ministro per i rapporto con il Parlamento, Piero Giarda, ha risposto a nome del governo sul perché non è stato introdotto il tetto alle pensioni d’oro. Con questa motivazione:
…Per quanto concerne le pensioni liquidate con il sistema retributivo, non può non rilevarsi che l’ipotesi di riduzione delle prestazioni fino a un limite massimo, qualora fosse riferita alle pensioni attualmente in argomento, sembrerebbe non tenere conto dei diritti acquisiti in conseguenza del rapporto assicurativo obbligatorio che determina, nel corso della vita lavorativa, il versamento di contributi calcolati su una base imponibile non sottoposta ad alcun massimale, con conseguentipossibili profili di illegittimità costituzionale….
Capito? E’ clamoroso. Niente taglio perché toccherebbe i diritti “acquisiti”. E sarebbe addirittura incostituzionale.
E’ una risposta indecente, che grida vergogna. Perché i diritti acquisiti valgono solo per i pensionati d’oro? E per gli esodati? E perché quando è stato deciso di fare la riforma delle pensioni questa è stata fatta nel giro di una notte e senza pensare troppo ai diritti acquisiti? E poi si lamentano dell’antipolitica e delle polemiche sulla casta… che coraggio



fonte: daw-blog.com