lunedì 4 marzo 2013

Ridiamo la parola agli elettori Meno tasse, non facce nuove


È che in democrazia, quando non c'è una chiara maggioranza politica la parola va data subito agli elettori

Nel novembre di due anni fa, quando Berlusconi gettò la spugna, siamo stati tra i pochi, forse i soli, a sostenere che bisognava andare subito a votare.







Non perché avevamo la sfera magica, né per particolare competenza. È che in democrazia, quando non c'è una chiara maggioranza politica la parola va data subito agli elettori. Non siamo stati ascoltati. Dopo un anno e passa di governo tecnico spacciato per salva Italia, la situazione è questa (aggiornata a ieri): la pressione fiscale è arrivata al record del 44 per cento, il Pil è sceso a -2,4%, i consumi delle famiglie sono crollati, il debito ha raggiunto il 127%.
E adesso che dovremmo fare? Ripetere l'esperimento di un finto accordo Pd-Pdl? Insediare un governo, fosse pure quello di Grillo, privo di maggioranza politica? Vedere il comico alle prese con la realtà sarebbe anche divertente, se non ci fosse di mezzo il nostro portafoglio, e non solo quello.
Ognuno fa i suoi calcoli, ma vorrei che qualcuno facesse i nostri. E mi rivolgo soprattutto al Pdl, che molti di noi hanno votato perché ci aveva promesso meno Stato, meno fisco e più libertà. Sprecare mesi per vedere che effetto fa Grillo a Palazzo Chigi non mi sembra utile. Perdere tempo a stare appresso al morto Bersani per fare cosa? Una bella legge sul conflitto di interessi, tanto cara anche ai grillini?
Sai che roba, le nostre imprese saranno felici: restano Imu e Irap, ma abbiamo una bella legge sulle proprietà delle tv, con la quale camperemo meglio e rilanceremo consumi ed economia alla grande. Che cosa potrà uscire da una nuova tornata elettorale, con questa o altra legge, non lo sappiamo. C'è chi mette in guardia: occhio che così Grillo raddoppierà i consensi. Vuole dire che a quel punto comanderà lui ma senza la nostra complicità. Noi siamo per la Tav, gli inceneritori e le grandi opere, siamo sì per eliminare la casta ma soprattutto per togliere l'Imu e restituire quella versata. Anche perché, attenzione, non credo proprio che Monti e soci vogliano ripetere il flop. I loro voti sono sul mercato, così come Renzi, che dopo aver fatto rottamare Bersani dagli elettori è pronto a scendere in campo. Difficile che dalle urne-bis esca un altro pari e patta. Aspettiamo che sbollisca l'isteria e teniamoci pronti. Tornare a votare non sarebbe un dramma.

Nessun commento:

Posta un commento