Laura Boldrini conquista la presidenza della Camera e si lancia nelle immancabili dichiarazioni politicamente corrette su poveri, diritti, emarginati. E come i topini di Pavlov, i deputati scattano in piedi ad applaudire ogni volta che la retorica tocca i soliti temi: le donne, il presidente (non danno neppure il tempo di fare il nome, potrebbe essere il presidente del Borgorosso football club e si alzerebbero in piedi lo stesso), le vittime di mafia, la costituente.. Mai che qualcuno si dissoci: terrorizzati di ritrovarsi, il giorno dopo, segnalati dai giornali come antidemocratici, asociali, insensibili. E allora, di fronte alla retorica della signora Boldrini, che tutti ricordiamo tragicamente come irresponsabile dell’Onu per i diritti dei migranti (ma i diritti dei nativi non sono previsti?), nessuno che si sforzi di far notare alla signora che l’esercito di disoccupati italiani è frutto di questa folle politica globalista e migratoria. Certo, non tutti le mansioni disponibili erano appetite dagli italiani. Ma se la neopresidente della Camera uscisse dai prestigiosi uffici Onu per andare tra gli italiani delle periferie urbane, scoprirebbe che anche le donne italiane sono alla disperata ricerca di lavori di pulizia o da badante. Scoprirebbe che negli asili le operaie italiane non possono mandare i loro figli perché le straniere hanno più diritti. Scoprirebbe che con i 35-42 euro spesi, al giorno, per ogni rifugiato, le famiglie italiane campano in 4. Scoprirebbe, la Boldrini, che portare milioni di migranti disperati in Italia significa creare concorrenza al ribasso nel mercato del lavoro. Chi accetta salari più bassi, magari in nero, vince. Scoprirebbe che la produttività cala perché cala la qualità e la professionalità della manodopera. Ma, forse, la signora stando all’Onu è entrata a far parte di questa casta di oligarchi che ritiene giusto avere a disposizione sempre più disperati in modo da poterli sfruttare più facilmente. Perché, in caso contrario, non si capisce come faccia Boldrini a non accorgersi che la fuga dei migranti dai Paesi poveri rende i Paesi di origine sempre più poveri e privi di intere generazioni. Così come sarà l’Italia del futuro, se continuiamo a favorire la fuga dei cervelli, perché qui – secondo Monti e Boldrini – dobbiam far arrivare le braccia. Così da spalancare ai cinesi le porte dell’Africa, dove spostare milioni di contadini asiatici in sovrannumero. Ma per chi gioca, il presidente della Camera italiana?
lunedì 18 marzo 2013
Laura Boldrini, la nemica dei poveri italiani
Laura Boldrini conquista la presidenza della Camera e si lancia nelle immancabili dichiarazioni politicamente corrette su poveri, diritti, emarginati. E come i topini di Pavlov, i deputati scattano in piedi ad applaudire ogni volta che la retorica tocca i soliti temi: le donne, il presidente (non danno neppure il tempo di fare il nome, potrebbe essere il presidente del Borgorosso football club e si alzerebbero in piedi lo stesso), le vittime di mafia, la costituente.. Mai che qualcuno si dissoci: terrorizzati di ritrovarsi, il giorno dopo, segnalati dai giornali come antidemocratici, asociali, insensibili. E allora, di fronte alla retorica della signora Boldrini, che tutti ricordiamo tragicamente come irresponsabile dell’Onu per i diritti dei migranti (ma i diritti dei nativi non sono previsti?), nessuno che si sforzi di far notare alla signora che l’esercito di disoccupati italiani è frutto di questa folle politica globalista e migratoria. Certo, non tutti le mansioni disponibili erano appetite dagli italiani. Ma se la neopresidente della Camera uscisse dai prestigiosi uffici Onu per andare tra gli italiani delle periferie urbane, scoprirebbe che anche le donne italiane sono alla disperata ricerca di lavori di pulizia o da badante. Scoprirebbe che negli asili le operaie italiane non possono mandare i loro figli perché le straniere hanno più diritti. Scoprirebbe che con i 35-42 euro spesi, al giorno, per ogni rifugiato, le famiglie italiane campano in 4. Scoprirebbe, la Boldrini, che portare milioni di migranti disperati in Italia significa creare concorrenza al ribasso nel mercato del lavoro. Chi accetta salari più bassi, magari in nero, vince. Scoprirebbe che la produttività cala perché cala la qualità e la professionalità della manodopera. Ma, forse, la signora stando all’Onu è entrata a far parte di questa casta di oligarchi che ritiene giusto avere a disposizione sempre più disperati in modo da poterli sfruttare più facilmente. Perché, in caso contrario, non si capisce come faccia Boldrini a non accorgersi che la fuga dei migranti dai Paesi poveri rende i Paesi di origine sempre più poveri e privi di intere generazioni. Così come sarà l’Italia del futuro, se continuiamo a favorire la fuga dei cervelli, perché qui – secondo Monti e Boldrini – dobbiam far arrivare le braccia. Così da spalancare ai cinesi le porte dell’Africa, dove spostare milioni di contadini asiatici in sovrannumero. Ma per chi gioca, il presidente della Camera italiana?
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