sabato 9 marzo 2013

Uno scacciapensieri sotto il Cupolone


Che strana epoca: una notizia in tempo reale fa il giro del mondo, ma alla fine aspetti che sia il vicino di casa a raccontarti in dialetto dal vivo le cose del mondo

Il giorno in cui il Papa si dimise ero sul bus diretto verso San Pietro. Accanto a me c'era un ragazzo con un curioso cappuccio in testa e una forte cadenza sicula che rispondeva a raffica al telefonino.
I compaesani avevano saputo della rinuncia papale e telefonavano al loro ambasciatore presso la Santa Sede, il ragazzo col cappuccio, per avere notizie di prima mano. Non si fidavano di quelli della televisione e volevano sentire dalla viva voce di un compaesano cos'era successo.
Quando uno del sud sta a Roma i compaesani sono convinti che veda e sappia cose esclusive, che mangi col Papa e prenda 'o cafè col Presidente. Dal paese vedono «quelli di Roma» come una sola comitiva che si ritrova ogni giorno in piazza, come al paese. Se vivi a Roma per loro sei già una mezza star.
Lui era entrato nel ruolo di portavoce papale, magari era sul 64 proprio per andare a constatare di persona in San Pietro. E rispondeva a fimmine, cumpari e cumparuzzi, raccontando la versione dal fronte, intercalata da una serie di «miiii» e addobbata via via di nuovi particolari. Non faceva in tempo a rispondere che ci aveva un altro sotto, lasciava uno per parlare con l'altro e in questo saltare da uno all'altro fingeva affanno ma era eccitato.
Che strana epoca, globale e tribale. Una notizia in tempo reale fa il giro del mondo, tra web, tv e telefonini. Ma alla fine poi aspetti che sia il vicino di casa, il parente, a raccontarti in dialetto dal vivo le cose del mondo. In fondo l'iPhone è l'evoluzione dello scacciapensieri e del cunta-storie.

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