Cinisello Balsamo, 27 settembre 2011 - Una commissione ad hoc in Consiglio. Per studiare le carte, per approfondire, per capire «come è stato gestito in questi anni il trasporto pubblico a Cinisello». Non chiedono la testa del sindaco, i partiti di minoranza ma di vederci finalmente chiaro, questo sì. Il contenuto choc dei verbali degli interrogatori di Piero Di Caterina, proprietario della società di trasporti Caronte, che un anno fa raccontò ai pm di Milano di aver versato al primo cittadino Daniela Gasparini una bustarella da 30 milioni di lire nel 1999 e un contributo poco volontario al Museo della fotografia di 35mila euro nel 2009, è stato un macigno. Ma dopo lo scompiglio e i vari «l’avevamo detto», è tempo di reagire concretamente.
«Questa sera (ieri per chi legge) in aula presenteremo la richiesta di convocazione di un consiglio straordinario — spiega Enrico Zonca della lista civica Cittadini insieme, che qualche mese fa venne querelato dal sindaco per alcune insinuazioni — con un ordine del giorno preciso: l’istituzione di una commissione di garanzia, come previsto dal Testo unico degli enti locali, che faccia luce sulla gestione del trasporto pubblico». Perché, al di là delle uscite a tempo del grande accusatore del «sistema Sesto», il nervo scoperto è proprio questo.
Tra i consiglieri che, nella prossima riunione da convocare entro 20 giorni, voteranno sì alla commissione, «anche alcuni consiglieri di maggioranza» anticipa Zonca. Obiettivo, capire come mai le circolari interne e le altre linee di bus siano gestite dal 2000 dalla Caronte con continue proroghe alla convenzione originaria. «E cosa intendano fare ora che scadrà l’ultima proroga, il 31 dicembre — spiega Riccardo Malavolta del Pdl —: se stiano o meno predisponendo un bando di gara». Non solo i modi. Sotto i riflettori anche i costi. «Le indagini le fa la procura, a me interessa capire perché il Comune di Cinisello continui a spendere così tanto, fino a un milione di euro all’anno, per un servizio per cui non si fa neanche il bando» prosegue Zonca. Ma c’è anche chi respinge al mittente le accuse di Di Caterina. «Infondate», taglia corto Franco Marsiglia del Pd. «È evidente che sono affermazioni pubblicate artatamente, cui neanche la procura dà corso». Certo, il partito del sindaco non ha omesso qualche controllo: «Abbiamo ripreso le carte, la vicenda del Museo della fotografia è stata trattata in modo ineccepibile. Il Museo ha fornito un servizio come lo offre ad altre aziende. Né più né meno».
di Valentina Bertuccio D'Angelo
http://www.ilgiorno.it/sesto/cronaca/2011/09/27/588869-commissione.shtml
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