sabato 17 settembre 2011

Campanella e Iaconis.Reggio Calabria 17.09.1970/71



Reggio Calabria 17.09.1970/71 - Sono trascorsi ormai più di quarant’anni dalla rivolta popolare di Reggio Calabria ma il ricordo per Angelo Campanella e Carmine Iaconis resta indelebile nelle menti di tutto il popolo reggino. Il Governo Nazionale, nel luglio del 1970, decise di spostare il capoluogo di Regione da Reggio Calabria a Catanzaro. Le proteste, davanti al Palazzo della Prefettura, furono prontamente respinte dalle Forze di Polizia con cariche e centinaia di feriti. Nel giro di poche ore la città di Reggio Calabria fu completamente bloccata. La stessa sera, poco prima della mezzanotte, fu ritrovarono in via Logoteta, una traversa di Corso Garibaldi, dalle Forze dell’Ordine, il cadavere di Bruno Labate, operaio e frenatore delle Ferrovie dello Stato, iscritto alla Cgil. Il primo caduto della rivolta di Reggio. La seconda ondata di violenza scoppiò nel settembre del 1970. Questa volta si scatenò una vera e propria guerriglia urbana. L’apice della violenza si raggiunse il 17 settembre con l’uccisione, apparentemente senza motivo, da parte delle Forze di Polizia di Angelo Campanella. L’uomo, quarantacinque anni, autista dell’azienda municipale di trasporti e padre di sette figli, fu colpito mortalmente da un proiettile sparato dalle Forze di Polizia, di ritorno a casa nel popolare quartiere “Ferrovieri”, negli scontri sul ponte Calopinace. Ironia del caso, un anno dopo, il 17 settembre del 1971, fu ucciso, invece, Carmine Iaconis, ventitre anni, colpito da un proiettile vagante mentre lavorava in un bar della città. Nel quarantesimo anniversario dei moti di Reggio, nel corso di una cerimonia nel salone dei Lampadari di Palazzo S. Giorgio, il Sindaco Raffa, insieme al Consigliere Agliano e al Senatore Meduri, consegnarono una targa ricordo ai nipoti di Angelo Campanella e Carmine Iaconis. Alessandra Coppola, nipote di Angelo Campanella, e Carmine Iaconis, unico nipote di Carmine Iaconis, si incontrarono casualmente intrecciando una storia d’amore che li condusse, nel maggio del 2010, ad unirsi in matrimonio. Un destino crudele e del tutto imprevedibile. Quel destino che più di quarant’anni fa aveva unito nel dolore i due nuclei familiari ma che oggi li ha uniti gioia.

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