venerdì 9 settembre 2011

Toh, e il taglio del numero dei parlamentari? Non si fa più

Della manina che furtivamente ha ridotto i tagli all’indennità dei parlamentaristrombazzati nelle ultime settimane ne abbiamo già parlato. Eppure, dando un’occhiata più approfondita alla manovra votata dal Senato e al ddl costituzionale che (non) cancella le province, si scoprono tante altre cose interessanti. Vi ricordate l’apertura eroica de La Padania di qualche settimana fa, quel “La Casta colpita al cuore” che fece dire a qualcuno che sì, stavolta tutto sarebbe cambiato? Ebbene, la Casta sopravvivrà più forte e sana di prima. In tutta la sua interezza. Sì, perché del taglio al numero dei parlamentari, rivendicato da Silvio Berlusconi in persona come “un’esigenza per far funzionare la macchina più rapidamente” (lui aveva proposto di far votare in aula solo i capigruppo…), non c’è traccia.

Avete capito bene. Nulla di nulla. Calderoli & co., nel trambusto della scrittura e riscrittura della manovra, avevano giurato che stavolta avrebbero mandato a casa un bel po’ di deputati e senatori, perché 945 mantenuti a Palazzo Madama e Montecitorio sono davvero troppi. E invece niente. Norma sparita, mai scritta, rimasta un pallido sogno di mezza estate. Chissà, ricatti e ricattini si saranno palesati a Palazzo Chigi. Minacce e ultimatum da chi vive per quel seggio, per quel vitalizio, per il prosecco a 2 euro, per la pensione, per il biglietto del cinema gratis in quanto “deputato”. Sta di fatto che la pletora di coloro che passano le giornate a fare solitari sull’iPad rimarrà tale e quale ad ora.

Pazienza, di sicuro avranno tagliato qualcos’altro. Beh, ci avevano garantito che i compensi pubblici, esageratamente alti, sarebbero stati adeguati alla media europea. Bene, tutto giusto. Ma anche qui, grazie ad un emendamento la cui paternità è ovviamente sconosciuta, è stato scritto nero su bianco che “la media europea dovrà essere ponderata rispetto al Pil” e limitata “ai sei maggiori Paesi”. La conseguenza di questa aggiunta? Semplice: non verranno computati nella media i Paesi che più avrebbero fatto abbassare il netto dell’indennità. Un capolavoro che farebbe risparmiare (secondo la Cisl) mille euro al mese ai nostri parlamentari.

Si potrebbe andare avanti all’infinito, perché infinite sono le porcherie che hanno combinato, infilandole nottetempo sottoforma di emendamenti e correttivi ad una manovra lievitata sempre di più. Tuttavia, questi due esempi bastano a far comprendere, se ce ne fosse bisogno, che nulla cambia e nulla cambierà. E’ la solita Casta, e c’è ben poco da fare.

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