lunedì 7 ottobre 2013

NON PASSA LO STRANIERO!...

NON PASSA LO STRANIERO!...
Quasi un secolo è passato da quando la melodia del Piave cominciava a diffondersi nel suolo italico (scusate la retorica, ma per un momento mi sono immedesimato come persona di quei tempi). Ora non si canta più: E' L'EUROPA CHE LO VUOLE (mmh, non è vero, sto scrivendo a vanvera...). Però effettivamente non si canta, come per altro difficilmente si sentono le canzoni della Belle Epoque e successive. Oggi la modernità impone strumenti sempre più elettronici e motivi legati ad essi, cosicché a persone di una certa età (il sottoscritto, per esempio) riesce difficile abituarsene. Ma sto divagando, forse perché l'argomento a cui oggi vorrei dedicare i miei pensieri è un altro, più delicato, anzi da “prendere con le molle”, per evitare di essere considerato un “becero razzista”... Premetto che la mia cultura (scolastica e non) è di altri tempi e quindi un po' più di quella di tanti altri, ma non tale da uscire con un confronto col Dottor Sgarbi senza un suo meritato “capra, capra, capra!”, quindi direi media. Così i miei lettori perdoneranno le mie leggerezze, spero... Ancora temo il momento. Mi faccio coraggio e inizio...
Ho ancora negli occhi lo spettacolo penoso delle decine e decine di bare negli Hangar di Lampedusa e poi uomini, donne e bambini chiusi nei sacchi, uno accanto all'altro, in attesa di “nuova compagnia inerte”, ché il mare lì attorno ne brulica, purtroppo. Ma da vivi essi erano poveri disperati attratti dalle ricchezze e dalla libertà che si respira nel nostro paese. Attratti dai nostri spot televisivi che essi vedevano sicuramente e quindi ingannati nella visione, oltre che chiamati anche da certi nostri politici... Per rispetto a questi corpi evito di continuare su questa … polemica.
Io tratto dei vivi... Cerchiamo di vedere dal nostro punto di vista la “ricchezza di questa risorsa di cui non possiamo fare a meno per l'Economia italiana”.
In circa quindici anni abbiamo avuto una serie di sbarchi di stranieri che non si vedeva dai tempi delle invasioni barbare ed ultimamente il numero è salito esponenzialmente, sia per fame, per stenti, per povertà ed infine per gli effetti collaterali della “Primavera Araba” voluta dalla mente eccelsa dei nostri occidentali.
Purtroppo qui c'è la crisi e purtroppo siamo il paese più vicino a loro. Veramente ci sarebbero anche Malta, la Spagna e la Grecia, ma lì … sparano sui barconi. Così rimaniamo noi, una Nazione dell'Europa lasciata dalla stessa in balia di noi stessi e dei nostri problemi, ma costretta a prendersene cura e a mantenerli , in nome della solidarietà umana. Insomma “quelli” fanno … (non so se si può ancora “becerare” così, visti i tempi, ma oso), dicevo che l'Europa fa l'omosessuale (adopero il termine “legale”) usando il sedere degli altri... Andiamo avanti... Le persone che ci arrivano vengono da tutte le parti del terzo e quarto mondo e troppe volte portano una cultura, una religione ed un comportamento che ci trovano prima sbigottiti e successivamente ostili, anche perché ci si rende conto che, infischiandosene delle nostre leggi e tradizioni (complici semprei nostri politici), pretendono loro di cambiare noi, adeguandoci ai loro costumi (grazie alle vostre leggi vi domineremo, diceva quello Smith, musulmano che, non accettando la vista dei nostri Crocifissi li buttava semplicemente dalle finestre degli edifici pubblici).
D'accordo noi stessi siamo figli e nipoti di emigranti, ma proprio per questo evidenziamo la differenza di chi entrava in un paese dopo controlli e controlli, di chi poteva restarvi solo se trovava un lavoro, un'abitazione e se rimaneva ligio alle regole di chi lo ospitava. Tutti gli altri via, mentre chi non si riusciva a cacciare , forse per qualche connivenza (anche lì poteva capitare) apriva la catena della mala vita (gangsterismo americano, per esempio).
Ma questi stranieri oggi sono invasivi, dettano condizioni, fanno quello che loro meglio aggrada, insomma sembrano dei conquistatori. Non vorrei che prima o poi facessimo davvero la fine dei nativi americani.
Che fare, allora, cacciarli via? Non sarebbe poi un'idea cattivissima, anche a rischio di “distruggere una grande risorsa”. A patto però che insieme a loro cacciamo anche quei politici che ci hanno tradito. Che, malgrado le proporzioni riescono anche ad essere più dannosi degli extracomunitari.

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