martedì 1 ottobre 2013
TENTATIVI DI STUDIO SULLE RIVOLUZIONI
Ascoltando la televisione, leggendo i giornali, guardandomi in giro ho deciso che OGGI indirò una bella rivoluzione... Mi metto alla tastiera e creo l'evento... Un momento: che scrivo? Troviamoci tutti sotto casa mia e manifestiamo contro le brutture del mondo (e da cosa nasce cosa)? Ed anche: ricordatevi di portare con voi qualche oggetto da usare come arma, nel caso....? Eh già, così sotto casa mi ritrovo da solo in compagnia di tutte le forze dell'ordine ed all'occasione riaprono i manicomi...
Forse meglio non creare l'evento...
Possibile che sia così difficile fare le rivoluzioni? Eppure se la Storia insegna...
Nella Roma repubblicana di 2500 anni fa i plebei, stufi delle angherie dei patrizi decisero di scioperare e smisero quindi di lavorare... Dopo un po' i patrizi cominciarono a soffrire di questa situazione e, comprendendo che se avessero inviato i soldati a sopprimere i rivoltosi avrebbero perso ogni speranza di guadagno, agirono di astuzia e mandarono un imbonitore, tale Menenio Agrippa che, parlando di testa e di apparato digerente convinse anche i più riluttanti a rimettersi al lavoro...
Già, ma a che mi serve questo riferimento storico? Inoltre nessuno mi spiega da chi fu capeggiata questa rivolta e il “deus ex machina” che fungette da punta dell'icemberg...
Medio Evo. I Vespri Siciliani: c'erano gli spagnoli che dominavano e, facendo leva sul “qualunquismo” degli isolani non si facevano scrupolo di rapinare di ogni ricchezza le loro città. E togli quello e togli quell'altro (e i Siculi zitti!) passavano le giornate... Un bel di', una domenica di Pasqua ad un alabardiere venne il desiderio di palpeggiare una bella donzella appena maritata... Insomma, tutti sanno che al Siciliano puoi togliere ogni cosa, ma guai a toccargli le donne! Ne venne fuori una strage e gli spagnoli (i sopravvissuti) si affrettarono a levare l'incomodo...
Ecco: c'è qualche femmina che si offre volontaria per la Rivoluzione? Parenti a parte, ché anche io sono Siciliano!
Andando avanti nel diciassettesimo secolo e un po' più a nord della “Trinacria” si svolse la rivolta di Masaniello, a Napoli, appunto e protagonisti negativi sempre gli spagnoli... Non li lasciavano proprio in pace i poveri Partenopei: tasse su tasse, gabelle, IVA e IMU (no, forse queste ultime sono più recenti, ma se ci avessero pensato...). Alla fine uno del popolo, Masaniello prese in mano la situazione ed indicando gli oppressori aprì gli occhi ai vessati, che si “incazzarono” come bestie... Purtroppo la fine della storia non insegna gran che: Masaniello, lusigato nel suo amor proprio si credette un genio, cominciò ad esagerare con i suoi complessi di superiorità e trattando male i suoi amici … fece una brutta fine.
Un secolo dopo, a Genova tal Giovan Battista Perasso un ragazzino meglio conosciuto come Balilla (e non Barilla), iniziava la rivolta contro gli austriaci lanciando loro un semplice sasso. Ed anche questo mi pare un buon inizio: Cercasi ragazzino con o senza fionda...
Basta, qui mi fermo: domani potrei parlare della rivoluzione americana del 1776, di quella francese del 1789, poi della rivoluzione russa, di quella Fascista e infine del maggio francese del 1968 (che tanti lutti addusse agli Achei – Omero, Iliade). Ma forse, visti i tempi di oggi dove ogni riferimento al passato non risolve nulla, risultando questo non conosciuto ai più, beh, forse è uno studio inutile...
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Due errori che sono scappati all'autore: Menenio Agrippa parla di testa ed arti (gambe e braccia) ed i Vespri riguardano i francesi e non gli spagnoli. Mi ha pregato di chiederVi di scusarlo, adducendo ... ragioni di età e di memoria.
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