lunedì 21 gennaio 2013

Una folla "cancella" lo sfregio alla città





Ricollocata la corona in memoria dei fratelli Casiraghi

di Laura Lana

Lapide per i fratelli Casiraghi (Spf)
Lapide per i fratelli Casiraghi (Spf)
Sesto San Giovanni, 21 gennaio 2013 - Una piazza piena di sestesi, di diverse generazioni, con striscioni e bandiere. Così si presentava ieri mattina piazza Trento e Trieste, punto di partenza del corteo di associazioni, partiti e istituzioni che ha voluto dare una risposta corale a quelle mani ancora ignote che per la seconda volta hanno oltraggiato la lapide alla memoria di Giulio e Mario Casiraghimartiri della Resistenza. Un corteo che, davanti al monumento di via Marconi, si è chiuso con «Bella Ciao». «Tanti giovani ci hanno accompagnato stamattina (ieri, ndr) - ha commentato il sindaco Monica Chittò -. I due ragazzi, che hanno ricollocato la corona, sembravano il simbolo del passaggio del testimone per i valori della Resistenza».
Anche tanti studenti e il collettivo dell’Istituto Casiraghi tra gli organizzatori della manifestazione. Non una cerimonia retorica, come hanno sottolineato Anpi, Aned e sindaco. Piuttosto la voglia di presentare con orgoglio le radici e la storia di una città medaglia d’oro per la Resistenza, che condanna il danneggiamento alla lapide dei fratelli Casiraghi come «un atto stupido e anche rozzo». Una storia fatta di nomi, che si leggono in via Marconi, in via Cattaneo, in altre venti lapidi cittadine, nei racconti sul Palasùn di via Bergomi e i partigiani bredini che ci abitavano.
A far camminare studenti e meno giovani sulle tracce della guerra di Liberazione sestese ci ha pensatoGiuseppe Valotapresidente dell’Aned figlio di Guido, arrestato proprio in quelle vie,deportato e assassinato a Steyr, in Austria. «Grazie al Soccorso Rosso, fuori dalla porta mia mamma trovava sempre qualcosa da mangiare, anche un pezzetto di burro e un bigliettino. La Resistenza è stato anche questo: una rete umanitaria e di solidarietà tra persone». Un minitour lungo i muri e i palazzi che narrano il passato di Sesto e che è nato spontaneamente dagli aneddoti della sua vita, che «Peppino» Valota ha voluto regalare ai presenti. Come spontaneamente Massimo Rava ha realizzato e distribuito il simbolo di questa giornata: un cuore di cartoncino rosa.

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