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sabato 26 gennaio 2013

LA CASTA FA LA COLLETTA Vuoi un posto in parlamento? Paga 35 mila euro al partito e ti "compri" la poltrona A tanto ammonta la "tassa" che i candidati ai primi posti in lista devono versare nelle casse di Pd e Pdl. Come se non bastassero i rimborsi elettorali

Ecco il tariffario di Pd e Pdl
per un posto in Parlamento

I rimborsi elettorali non bastano. I partiti vogliono i soldi pure dai candidati. Un obolo per finanziare il partito. La tassa devono pagarla quelli che vengono piazzati nei primi posti in lista. Quelli che sono sicuri, salvo tzunami elettorali, di avere una poltrona. Le tariffe sono diverse. Il Pd chiede 35 mila euro. Il Pdl 25 mila. A pagare sono i primi 6 della lista al Senato e i primi 9 alla Camera. Gli azzurri dai candidati pretendono la cifra cash, mentre il Pd concede anche una rateizzazione del contribuito. Per i candidati non è uno scandalo. Anzi è tutto nella norma. A chiarire la vicenda è Carlo Giovanardi, uno dei big del Pdl, canadidato anche in queste elezioni ai primi posti in lista al Senato. "Ciascuno di noi versa la stessa cifra, poi ovviamente se non vieni eletto ti viene restituito fino all'ultimo centesimo. E' un contributo per la campagna elettorale". Giovanardi ha pagato. Lui è terzo in lista dietro il Cav e Anna Maria Bernini. Il posto a palazzo Madama non dovtrebbe essere un problema. 
Storia vecchia - Il contributo è comunque una tradizione. "Paga solo chi si trova in cima alla lista e che quindi ha buone chance di essere eletto", racconta a Filippo Berselli, senatore e coordinatore del Pdl in Emilia Romagna. Il gettone d'ingresso per Berselli "è come fare un investimento. Se si tiene conto degli stipendi dei parlamentari non è poi così elevato". A sinistra il conto si perde nel tempo. "Diamo una mano al partito sempre. Anche quando c'era il Pci", spiega Andrea De Maria, candidato alla Camera. "Qui in Emilia la somma richiesta è di 35mila euro, da versare nei cinque anni di legislatura con un prelievo diretto dall'indennità dei parlamentari", precisa De Maria. Ma i giovani, quelli del ricambio generazionale, se si ritrovano in cima alla lista, dove trovano i soldi per pagare i partiti? "Quelli che mi chiederanno verserò, sono le regole e le rispetto. Chiederò un prestito in banca. Non avrò difficoltà", spiega Enzo Lattuca, 25 anni candidato alla Camera per il Pd. Insomma i partiti ha sempre bisogno di soldi. E non risparmiano nemmeno i loro stessi "amici". Il tempo (in parlamento) è denaro.

venerdì 13 luglio 2012

La Giunta di Parma si è aumentata di 15mila euro i rimborsi per le missioni


Quarantasei giorni per partorire la giunta comunale ma pochissimo tempo per aumentare i rimborsi e le indennità per gli spostamenti. La Giunta ha rimpolpato con 15mila euro il fondo riservato alle missioni degli amministratori

Grillini a due velocità. Lenti a mettere insieme la giunta, ma velocissimi ad aumentarsi i rimborsi: quindicimila euro in più. L'avventura parmigiana del Movimento 5 Stellecontinua a far discutere. Prima la lunghissima gestazione della giunta comunale: 46 giorni di indecisioni, ripensamenti, passi indietro e scelte discutibili.
E ora una notizia che farà innervosire non poco i già suscettibili grillini. I pentastellati di Parma con una mano tagliano gli sprechi e con l'altra si aumentano le prebende. Mentre il primo cittadino Federico Pizzarotti comunica con soddisfazione di aver risparmiato 250mila euro rispetto alla gestione, non proprio virtuosa, del suo predecessore Pietro Vignali, la Giunta decide di rimpolpare il fondo destinato alle spese e alle indennità di missione degli amministratori. Quindici mila euro in più, alla faccia della crisi e delle promesse moralisteggianti degli sforbiciatori a cinque stelle. Le somma è stata destinata con una variazione al piano esecutivo di gestione prevista da una delibera del 28 giugno scorso e firmata dal delegato al Bilancio Gino Capelli. Quindicimila euro che vanno a sommarsi ai soldi già destinati per le spese degli amministratori. E ora cosa diranno i grillini?