Il volantino del pranzo con karaoke è foto di Mussolini
MILANO - A Sesto San Giovanni, dopo il vandalismo alla lapide che ricorda i fratelli Casiraghi martiri della Resistenza, scoppia un vero e proprio putiferio politico per un pranzo della domenica, in un circolo Arci, pubblicizzato con un'immagine di Benito Mussolini. Il Pd di Sesto ha immediatamente condannato l'iniziativa, chiedendo all'Arci di prendere le distanze dal circolo e suggerendo di modificare il percorso del corteo - previsto sempre per domenica 20 gennaio per la posa di una nuova corona d'alloro sotto la lapide dei fratelli Casiraghi -, arrivando davanti al circolo Arci sotto accusa. Anche l'amministrazione comunale condanna il volantino. «Una provocazione gravissima, abbiamo provveduto ad informare l'autorita' giudiziaria», informa il sindaco Monica Chittò.
IL PRANZO - Tutto è partito da un'iniziativa apparentemente innocua: un pranzo con karaoke al circolo Torretta di via Bergomi, orgoglioso quartiere operaio che sorgeva accanto alla Breda. Oltre al classico menù, nel foglio che reclamizza l'iniziativa campeggia una foto di Benito Mussolini, con la scritta «Io ci sarò». Apriti cielo. Una provocazione per Sesto, che ha voluto in tutti i cartelli stradali, sotto il nome del Comune, la scritta «Medaglia d'oro al valor militare» per il contributo dato alla Resistenza, pagato anche in termini di vite umane perdute. Il segretario cittadino del Pd, Carlo Rapetti, è durissimo: «Quel volantino è un insulto a migliaia di sestesi. L'ex circolo Torretta non può diventare un luogo di riorganizzazione fascista. Chiediamo alle forze dell'ordine di vigilare perché l'apologia di fascismo è ancora reato». Da aprile 2012 alcuni soci del circolo si sono rivolti all'Arci di Milano dopo che il presidente uscente aveva dichiarato la sua militanza nella Lega Nord e iscritto al circolo l'ex senatore leghista Celestino Pedrazzini. Ora scoppia la vicenda del volantino. L'Arci ha annunciato un'azione legale per l'uso improprio del logo.
IL GESTORE - Il gestore del circolo Iulian Ignat: «Niente di politico, solo uno scherzo riuscito male, pensavo di far venire più gente al pranzo. Volevamo provocare, non offendere la Costituzione». Il volantino, nel frattempo, è stato rapidamente cambiato. Una donna in decolleté al posto di Benito.
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