Per anni ci hanno detto che era impossibile tagliare i prezzi per colpa della rete, delle accise e del barile. Ma dopo l’offerta di Eni, è gara ai ribassi tra le compagnie
Ingrandisci immagine
Per non parlare delle ricette sulla sterilizzazione dell'Iva, mai uscite dal terreno della chiacchiera libera. E le maledizioni scagliate contro le accise? Condannate da tutti, ma misteriosamente in perenne aumento. Come dimenticare infine le invettive contro la rete delle stazioni di rifornimento troppo farraginosa ( salvo poi opporsi a vendere carburanti nei supermercati)? «L'Italia presenta una rete distributiva diversa e più costosa», aveva tuonato il presidente dell'Unione petrolifera Pasquale De Vita durante un’audizione parlamentare di due anni fa.Messaggio sottotitolabile così: il prezzo non può calare e non per colpa dei petrolieri. Per anni appelli, strategie, analisi, implorazioni, riti vudù davanti alla pompa di benzina: tutto è caduto nel vuoto di fronte all’imperscrutabile certezza che il prezzo del carburante è troppo legato a fattori imponderabili e incontrollabili perché si possano fare sconti sostanziosi. Ecco, questa storia di impotenza collettiva che ci accompagna da decenni è stata cancellata in sole 24 ore da una forza possente ma che in Italia è da sempre tenuta al laccio, non sia mai che possa far danni: il mercato. È bastato che Eni, il nostro campione nazionale degli idrocarburi, lanciasse un’offerta valida per i prossimi weekend estivi: «scontone » di 20 centesimi nelle proprie pompe, portando la benzina a 1,6 euro e il diesel a 1,5 per chi fa il pieno nelle stazioni «iperself».
La crisi che ci schiaccia sta facendo calare pure il consumo di benzina e seguendo la legge della domanda e dell'offerta un imprenditore decide di lanciare una promozione. Che c'è di strano? E invece la notizia finisce in prima pagina: mai s'è visto un ribasso così consistente non legato a un crollo del prezzo del barile.
E tra i petrolieri c'è pure chi protesta: per Assopetroli l’iniziativa di Eni è concorrenza sleale. L'associazione delle società petrolifere italiane chiede all'Antitrust di verificare se non si tratti di un'operazione di «dumping», cioè vendita sottocosto fatta per sottrarre clienti illecitamente. Peccato che poche ore dopo Q8 annunci che praticherà uno sconto simile ed Esso rilanci addirittura: se loro fanno 20, noi facciamo 21 centesimi.
Una guerra dei prezzi così gli automobilisti italiani la sognano dai tempi della Topolino. Cari petrolieri, ora cosa avete da ridire? Ma non era impossibile tagliare i prezzi?
Non eravate prigionieri dei cattivi benzinai, della ragnatela dei future , degli avidi sceicchi, delle tasse vampiresche? Da oggi sarà davvero difficile riproporre il mantra delle scuse. L'Antitrust, già che è stata tirata in ballo dai petrolieri, potrebbe chiedersi come mai questa gara al ribassonon si sia mai innescata prima d'ora e magari capire se aveva qualche ragione chi, guardando i cartellini dei prezzi della benzina vedeva dei cartelli tra compagnie. Una bella svolta, e per di più senza ricette stataliste, anzi. Dobbiamo dire grazie solo a un vecchio caro motto che da oggi sarà tatuato sui cruscotti degli italiani, vicino a «non correre papà»: è il mercato, bellezza.
Nessun commento:
Posta un commento