sabato 23 febbraio 2013

Sesto, il centro sportivo di via Boccaccio non chiuderà Commenti Trovato l’accordo. Dopo la tempesta, il sereno. L'assessore Cagliani: "Con gli uffici sportivi stiamo già pensando alla fase successiva"


Centro sportivo Boccaccio (Spf)
Centro sportivo Boccaccio (Spf)
Sesto San Giovanni, 23 febbraio 2013 - Dopo la tempesta, il serenoStefano Parente lo aveva annunciato dalla sua bacheca su Facebook qualche giorno fa. «A San Valentino ho ricevuto una bella lettera. Sono molto contento». Nessuna questione di cuore per l’imprenditore sestese, che da otto anni gestisce il bar-ristorante al centro sportivo di via Boccaccio. La missiva riguarda proprio lo Sporting Café e la richiesta di abbandonare i locali, che gli era pervenuta circa un mese fa da G.C.S., la società controllata dalla cooperativa UniAbita che ha in mano l’impianto sportivo di proprietà del Comune. G.C.S. è oggi in liquidazione e ha quindi comunicato all’amministrazione la volontà di lasciare la struttura di via Boccaccio, dove hanno trovato casa diversi club. Dopo le polemiche, anche politiche, si è finalmente trovata una soluzione.
 
«È vero che C.G.S. ci ha dato la disdetta per la gestione del centro Boccaccio. È però anche vero che, in genere, queste comunicazioni vanno fatte con un preavviso di sei mesi - spiega l’assessore allo Sport Felice Cagliani -. Così, ci siamo messi tutti attorno a un tavolo per trovare la famosa quadra». L’unico problema era quello di trovare qualcuno che aprisse e chiudesse il cancello di ingresso della struttura sportiva. Insomma, se C.G.S. non può più farlo, ci sono le società sportive che usano l’impianto o lo stesso Stefano Parente. «La concessione del centro sportivo, in ogni caso, è in scadenza - continua Cagliani -. Si tratta, quindi, solo di gestire questa fase di transizione nel modo più indolore possibile per tutti».
 
Tradotto: l’imprenditore può restare al suo posto, i club pure e il centro sportivo non rischia di diventare un luogo abbandonato e desolato in uno dei quartieri periferici della città. «Con gli uffici sportivi stiamo già pensando alla fase successiva - annuncia l’assessore -. Apriremo una gara per dare in appalto il Boccaccio». Una gestione diretta, da parte del Comune, è infatti impensabile. «La tendenza, ormai, è quella di aprire dei bandi pubblici. Anzi, se ci fosse la possibilità di realizzare dei project financing sarebbe meglio ancora». Insomma, se un privato fosse disponibile a pagare la riqualificazione completa dell’impianto, l’amministrazione potrebbe anche allungare il periodo di gestione, in modo tale da «aiutarlo» a rientrare dell’investimento: «Il futuro va in questa direzione, quella della collaborazione tra pubblico e privato». Perché soldi davvero non ce ne sono.
Ritornello vecchio da anni, soprattutto per le politiche sportive. «Nei prossimi mesi ci sono diversi appalti e gestioni in scadenza - fa sapere Cagliani -. Stiamo lavorando sui bandi di gara da pubblicare». Il Boccaccio è così salvo. E, forse, si prepara a una nuova vita. Non chiuderlo non scioglie infatti tutti i nodi che si sono presentati negli ultimi tempi: l’impianto è logoro e avrebbe bisogno di un intervento profondo. Intervento chiesto a gran voce un anno fa proprio da Parente, che aveva anche organizzato una raccolta firme.
 

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