Sesto, numeri e contraddizioni del consuntivo 2012
di Laura Lana
Sesto San Giovanni, 19 aprile 2013 - A volte mentono anche i numeri. Perché quella che emerge dal Bilancio consuntivo 2012 è una situazione che presenta ben due paradossi. Il primo è la riduzione delle entrate. Nonostante la pressione fiscale - con l’introduzione dell’Imu e poi l’aumento delle aliquote - sia salita. Il secondo paradosso è la creazione addirittura di un avanzo notevole, oltre 5 milioni di euro, sulla parte corrente del documento.«Il cittadino, che ha avuto più tasse, sicuramente si chiede come è possibile che le entrate dell’ente siano diminuite - ammette l’assessore al Bilancio Virginia Montrasio-. Queste sono le contraddizioni che nascono dalla diminuzione dei trasferimenti statali, regionali e provinciali e dal Patto di Stabilità».
Obiettivo da brivido quello alle spalle: 7,5 milioni di euro, coperti in grossa misura dalla manovra sull’Imu. La fotografia sul 2012 regala un’anteprima sull’anno in corso, con difficoltà che si annunciano maggiori. Difficile, infatti, tagliare su un bilancio che presenta rigidità strutturali Un Comune«pesante» per risorse umane e servizi offerti.«Il contenimento della spesa è stato conseguito - replica Montrasio -. Tuttavia, il clima di incertezza è notevole e il Patto di Stabilità, che sempre abbiamo centrato, ci preoccupa». Nel 2012 il Comune ha migliorato il Patto di 80mila euro. Non è la prima volta: nel 2011 la richiesta del ministero è stata centrata sul filo del rasoio, ma pur sempre con un +7mila euro, nel 2010 per 39mila euro, nel 2009 per 740mila, nel 2008 per 397mila e nel 2007 per 70mila.«Significa che abbiamo contribuito a coprire il debito pubblico dello Stato per 1,3 milioni di euro ulteriori a quelli richiesti dal Patto».
Appena 1,5 milioni le entrate nel capitolo investimenti, dove però le uscite sono state 6,2 milioni. Il -4,7 milioni è stato così coperto con l’avanzo della spesa corrente.«Per fortuna la legge dice che si può spendere per realizzare opere per la città, altrimenti non avremmo potuto finanziare nessun impegno in conto capitale».
laura.lana@ilgiorno.net
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