Senatori a vita inItalia...ma con la residenza all'estero. Su 2 dei 4 nuovi inqulini di palazzo Madama, Claudio Abbado e Renzo Piano scoppia la bufera. La nomina porterà nelle tasche dell'architetto e del maestro circa 300 mila euro. Ma c'è un punto da chiarire. Sia Piano che Abbado più che cittadini italiani sonocittadini del mondo. I loro successi professionali sono maturati all'estero e in Italia, diciamo, sono "di passaggio". Piano vive tra New York e Parigi. Mentre su Abbado circolano indiscrezioni che lo vedono iniziare la sua carriera nel Principato di Monaco per trasmigrare poi a quanto sembra in Engadina, in Svizzera, dove ha deciso di stabilire la sua residenza. Probabilmente, ma è solo un sospetto, per ragioni fiscali. Ragioni che seguono, con uno strascico un po' imbarazzante quella vicenda della dichiarazione dei redditi del 2005, rilevati dall'allora ministro Visco, che portarono in superficie per Claudio Abbado un introito di appena 17.237 euro lordi e tasse pagate per 3.965 euro. Il primo ad alzare il velo sulle vicende fiscali di Abbado è stato Renato Farina che twitta: "Speriamo che Abbado trasferisca la sua residenza fiscale in Italia dalla Svizzera, Engadina. E quella mentale da Cuba".
Residenze fiscali - A rincarare la dose, come racconta Il Giornale, è arrivata la deputata del Pdl Elvira Savino: "Non v'è dubbio che le qualità artistiche siano un presupposto importante per la nomina dei senatori a vita, ma la qualifica più alta dovrebbe essere quella del riconoscimento nei valori della democrazia e della libertà, cosa che nel caso del maestro Abbado risultano poco evidenti nel momento in cui lo stesso Abbado ha sempre riservato parole di lode per il regime castrista di Cuba. Forse per Abbado la nomina più opportuna sarebbe stata sì quella di Senatore a vita, a l'Avana però". Nel 2008 il fisco perparò una lista di italiani "in fuga verso Montecarlo". Nella lista c'era anche il direttore d'orchestra Claudio Abbado. Dunque, il maestro Abbado aveva "accettato le contestazioni" e aveva pagato il conto. Non è dato sapere però la cifra. Nel 1981 il maestro avea già avuto una contestazione da 216 milioni di lire e anche il quel caso dovette restituire il malloppo al fisco. Stessa storia per l'archistar Renzo Piano. I suoi studi sono spalmati tra Genova, Parigi e New York. Nel 2010 il "Renzo Piano Building Workshop" era risultato il primo studio di architettura per fatturato sia in Francia, con 45 milioni e 785mila euro, sia in Italia, con 11 milioni e 294mila euro dichiarati. Diciamo che le casse francesi hanno di sicuro goduto di più del tavolo da disegno dell'archistar. Anche Carlo Rubbia finì nel "listone" del fisco. Nel 2008 anche a lui fu recapitata una cartella esattoriale. Per carità, va detto che nella condotta fiscale non c'è alcun illecito. Ma nominare senatori a vita, due professionisti che con l'Italia hanno poco a che vedere è forse un pò inopportuno. Senatori a Roma, contribuenti all'estero. (I.S.)
Residenze fiscali - A rincarare la dose, come racconta Il Giornale, è arrivata la deputata del Pdl Elvira Savino: "Non v'è dubbio che le qualità artistiche siano un presupposto importante per la nomina dei senatori a vita, ma la qualifica più alta dovrebbe essere quella del riconoscimento nei valori della democrazia e della libertà, cosa che nel caso del maestro Abbado risultano poco evidenti nel momento in cui lo stesso Abbado ha sempre riservato parole di lode per il regime castrista di Cuba. Forse per Abbado la nomina più opportuna sarebbe stata sì quella di Senatore a vita, a l'Avana però". Nel 2008 il fisco perparò una lista di italiani "in fuga verso Montecarlo". Nella lista c'era anche il direttore d'orchestra Claudio Abbado. Dunque, il maestro Abbado aveva "accettato le contestazioni" e aveva pagato il conto. Non è dato sapere però la cifra. Nel 1981 il maestro avea già avuto una contestazione da 216 milioni di lire e anche il quel caso dovette restituire il malloppo al fisco. Stessa storia per l'archistar Renzo Piano. I suoi studi sono spalmati tra Genova, Parigi e New York. Nel 2010 il "Renzo Piano Building Workshop" era risultato il primo studio di architettura per fatturato sia in Francia, con 45 milioni e 785mila euro, sia in Italia, con 11 milioni e 294mila euro dichiarati. Diciamo che le casse francesi hanno di sicuro goduto di più del tavolo da disegno dell'archistar. Anche Carlo Rubbia finì nel "listone" del fisco. Nel 2008 anche a lui fu recapitata una cartella esattoriale. Per carità, va detto che nella condotta fiscale non c'è alcun illecito. Ma nominare senatori a vita, due professionisti che con l'Italia hanno poco a che vedere è forse un pò inopportuno. Senatori a Roma, contribuenti all'estero. (I.S.)
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