Abolita l'Imu, arriva laService Tax. Ma che cos'è questo nuovo balzello che adesso fa tremare gli italiani? Un'imposta che ingloberà anche la tassa sui rifiuti. Sarà riscossa dai Comuni e sarà costituita da due componenti: gestione dei rifiuti urbani e copertura dei servivi indivisibili. La prima parte, che si chiamerà Tari, (e prenderà il posto della Tares sarà pagata da chi occupa a qualunque titolo, locali o aree che producono rifiuti urbani. Le aliquote, legate alla metratura, saranno parametrate dal Comune nel rispetto del principio secondo cui "chi inquina paga". La seconda componente, detta Tasi, sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. Sarà a carico sia dell'inquilino che del proprietario. Lo Strato fisserà un limite verso l'alto per le aliquote per evitare di accrescere il carico sui contribuenti. Solo con l'introduzione della tassa di servizio, cioè dal 2014, arriverà per le imprese l'attesa deducibilità dell'imposta sui beni strumentali, come i capannoni o sui locali utiizzati dagli enti no profit.
La protesta degli inquilini - La Sevice Tax, dunque, si abbatterà anche sugli inquilini. "Scaricare, anche parzialmente, i costi dell’operazione Imu sugli inquilini è inaccettabile. Questa misura, se attuata, avrebbe un effetto moltiplicatore del costo dell’abitazione con il risultato di aumentare in maniera esponenziale gli sfratti per morosità che lo stesso decreto tenta di arginare”. Ad affermarlo in una nota congiunta sono Sunia, Sicet e Uniat annunciando che avvieranno incontri con il Governo e gruppi parlamentari con l’obiettivo “di adeguare le risorse alle effettive necessità; rendere semplici ed immediate le misure a favore di cittadini con sfratto per morosità incolpevole ed inquilini a basso reddito; accentuare il vantaggio fiscale per i contratti concordati per contribuire ad abbassare il livello insopportabile degli attuali affitti; rilanciare l’offerta di edilizia in affitto, sia pubblica che in partenariato. Unica risposta ai lavoratori precari, ai giovani, alle famiglie a basso reddito”. Sunia, Sicet e Uniat, comunque, valutano “positivamente” alcune delle misure adottate dal Governo “sugli sfratti per morosità incolpevole, sul fondo di sostegno all’affitto e sulle agevolazioni ai contratti concordati. Sono interventi che, seppur troppo limitati nelle risorse messe a disposizione, rispondono all’esigenza di affrontare le gravi emergenze del sistema abitativo. Rimane l’esigenza di affrontare in maniera strutturale la politica abitativa abbandonando l’illusione, confermata da altre misure presenti nel decreto, che sia la proprietà della casa la linea con la quale affrontare il disagio abitativo”
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